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I primi trent'anni dell'Erasmo da Rotterdam

Società e cultura
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Stanno per compiere, se già non l’hanno fatto, il loro quarantacinquesimo compleanno i ragazzi che si sono iscritti all’allora neonato “Erasmo da Rotterdam” di Nichelino.
Fu infatti nel 1987, che l’istituto di via XXV Aprile smise di essere succursale dell’Istituto tecnico per ragionieri “Burgo” di Torino (che l’aveva fatto nascere nell’anno scolastico 84/85) ed ottenne l’autonomia.

Una delle prime questioni che il nuovo Istituto per ragionieri dovette affrontare fu il nome da dare alla scuola: la prassi prevede che la prima parola spetti al Collegio docenti (ovvero agli insegnanti in servizio nella scuola) e tra le tante proposte la spuntò quella del professor Ermes Martinasso, che insegnava italiano. Argomentando che Nichelino non aveva dato i natali a personaggi illustri (anzi erano gli anni in cui non compariva nemmeno sulle mappe stradali) il professor Martinasso ricordò che il nome più celebre tra gli umanisti europei si era laureato in Teologia proprio a Torino e, sebbene nulla provasse che fosse passato per i campi dove un paio di secoli più tardi sarebbe nata Nichelino, nemmeno lo si poteva escludere a priori. Ed allora perché non donare alla città una scuola con un nome che risuonò in tutta Europa?

La proposta passò e forse un vento di profezia ispirò quel giorno il professor Martinasso, giacché “Erasmus” divenne più tardi il nome del progetto che la Comunità Europea dette al progetto di scambio tra studenti di diversi paesi europei, e la scuola di Nichelino ha sempre trovato nella promozione dello studio delle lingue straniere un suo cavallo di battaglia. Questo insieme all’accoglienza, all’attenzione ed integrazione delle fasce sociali svantaggiate e lo sforzo per inclusione reale dei ragazzi diversamente abili. Tre “fiori all’occhiello” dell’Erasmo.

I primi anni del nuovo istituto si caratterizzarono per un boom di iscrizioni (erano presenti allora due corsi: ragionieri e corrispondenti in lingue estere), che vide poi, a metà degli anni ‘90, un calo in parte dovuto all’acquisizione dell’autonomia di un secondo istituto di istruzione superiore in città, ma anche per l’avvicendarsi di Presidi che, per il poco tempo a loro disposizione, non ebbero modo di progettare e realizzare piani di sviluppo a lungo termine. Chi ne ebbe invece il tempo fu il preside Francesco Falbo, che diresse l’Erasmo per 11 anni portando numerose innovazioni: un corso serale, uno per geometri e due licei: scientifico e linguistico (esisteva già un indirizzo: linguistico aziendale).

Come si vede davvero le lingue continuarono ad essere un perno centrale dell’attività dell’Istituto, al punto che l’Erasmo anticipò alcune intuizioni che oggi sono nella prassi scolastica comune: studio di lingue ulteriori rispetto alle classiche (inglese e francese), già 20 anni fa si studiava, magari in modo volontario, il tedesco, lo spagnolo, persino l’arabo grazie anche a scambi culturali con altre scuole europee ed extra continentali.

Ma l’Erasmo ebbe pure l’intuizione di pensare, con qualche lustro d’anticipo, quella che oggi è definita “alternanza scuola/lavoro”: proponendo ai suoi studenti stage presso aziende che in moltissimi casi assumevano poi i giovani diplomati.

Capitolo a parte è quello dei rapporti tra l’Istituto Erasmo e Nichelino: ottimo quello con le istituzioni cittadine, meno stretto forse quello con i nichelinesi che ancora adesso, dopo 30 anni, considerano (senza motivo) venire a scuola a Nichelino meno prestigioso che frequentare a Torino o in altri centri limitrofi. E’ un vero peccato per gli studenti, chiamati a svolgere monte ore di frequenza sempre più importanti, e che avrebbero tutto da guadagnare a non sprecare ore in trasferimenti quando hanno la scuola quasi sotto casa.

Per il resto narrare la storia di una scuola è difficile dal punto di vista giornalistico: perché quando tutto va bene “non c’è notizia”, quando succede qualcosa di solito viene esasperata a scopo di scoop. All'Erasmo, in 30 anni, si sono vissuti naturalmente momenti gioia, grandi dolori, qualche grande soddisfazione a vedere studenti raggiungere l'eccellenza del 100 e lode come valutazione, altri raggiungere il sogno di andare in televisione o diventare scrittori, o ancora la soddisfazione di essere stati per anni la scuola di riferimento del vivaio giovanile della Juventus, quando ancora era a Vinovo.

Ma non sono le storie straordinarie che fanno la vita di una scuola: sono le migliaia di giovani vite che, passando cinque anni nelle aule e nei corridoi dell’Erasmo, si sono costruiti un futuro semplice e reale, hanno tracciato vie e costruito storie personali che, in molti casi, sono l’essenza della città di Nichelino oggi.


LA GIORNATA DEL TRENTENNALE


Il 24 ottobre è stato il giorno in cui l’Erasmo da Rotterdam ha festeggiato il suo terzo decennio di attività come Istituto autonomo. Lo ha fatto dedicando una mattinata di approfondimento (nella foto) sulla figura dell’umanista Erasmo da Rotterdam a cui ha partecipato la psicoterapeuta nichelinese Paola Moriondo, che ha riflettuto sul tema della follia come occasione per scommettere sulla creazione di una vita buona e non legata a stereotipi. E poi Marina Lomunno, caporedattore de La Voce e Il Tempo e don Domenico Ricca, cappellano del carcere minorile “Ferrante Aporti” che, partendo dalla presentazione del loro libro “Il cortile dietro le sbarre”, hanno aiutato gli studenti a riflettere sul valore della libertà.

Nel pomeriggio, insieme alle autorità cittadine, l'Erasmo ha chiamato a raccolto le sue glorie passate e recenti: la prima preside facente funzioni, Elena Morea; la prima preside ufficialmente incaricata di dirigere l’istituto, Anna de Alessi, e il preside che più lungo è stato al timone dell’Erasmo: Francesco Falbo.

Tra i ricordi ci sono stati quelli dei primi ragazzi che hanno partecipato ad un progetto di scambio internazionale con la Francia; poi Monica Coppola, ex studente che ha realizzato il sogno di diventare scrittrice; i protagonisti dell’esperienza dei corsi serali e i ragazzi che hanno raggiunto i vertici nei voti d’esame e nella carriera professionale. Uno spazio è stato gestito dagli attuali studenti dell’Erasmo che hanno animato l’incontro con la musica e l’entusiasmo della loro gioventù.


QUESTA GENERAZIONE DI “MILLENNIALS”
Tre domande alla prof.ssa Maria Vittoria Bossolasco, attuale dirigente dell’Istituto Erasmo da Rotterdam.

Qual è oggi la situazione dell'Erasmo nel contesto della crisi generale che ha afflitto il Paese, ma in particolare una città industriale come Torino?

Su alcuni studenti dell’istituto Erasmo, come su quelli di altre scuole, pesa la disoccupazione dei genitori e la scuola si rende disponibile, nei limite del possibile, a offrire un supporto economico per favorire il diritto allo studio.

Per quanto riguarda la didattica l’istituto offre un ampio ventaglio di indirizzi di studio che aprono all’inserimento nel mondo del lavoro o alla prosecuzione degli studi universitari e i dati sono lusinghieri. L’alternanza scuola-lavoro, poi, rappresenta un’opportunità importante per gli studenti del triennio per confrontarsi con l’ambiente extrascolastico e comprendere meglio le proprie attitudini, aspetto fondamentale per decidere a cosa dedicarsi dopo il diploma.

Quali caratteristiche ravvisa nella generazione dei “millenials” nichelinesi?

Non risiedo in questo territorio, ma l’impressione che ho maturato nei quattro anni di permanenza in istituto come dirigente scolastico, è che i giovani di Nichelino non siano diversi dai giovani di altre realtà, e che nell’universo giovanile di questo territorio si possano riscontrare le stesse criticità/difficoltà, ma anche gli stessi punti di forza.

Da una parte non mancano giovani delusi/disillusi per un futuro prefigurato a tinte fosche ai quali dobbiamo ridare la speranza. Ma ci sono anche giovani entusiasti, con sana volontà di protagonismo, apertura, voglia di costruire e di crescere.

Alcuni giovani sono abbastanza individualisti, altri più generosi e disponibili ad aiutare chi è in difficoltà. Purtroppo è sempre più evidente il fenomeno di ragazzi che preferiscono rinunciare alla propria individualità per omologarsi al gruppo. Non di rado i problemi nascono in famiglie che affrontano a volte sfide più grandi delle loro forze.

Quali strade si prepara a percorrere il l’Istituto per affrontare… i suoi prossimi 30 anni?

Fare una previsione ad ampio respiro non è semplice considerando l’incessante e rapido divenire. L’impegno comunque è di mettere gli studenti in condizione di affrontare le sfide che si troveranno ad affrontare tra qualche anno.

L’attivazione da questo anno 2017/2018 del nuovo indirizzo tecnologico “Grafica e Comunicazione” è un esempio concreto di come la scuola abbia intercettato un reale bisogno della cittadinanza, come dimostra l’alto numero di iscritti. Ci siamo poi ulteriormente la dotati di strumenti informatici, questo ha permesso di innovare  le metodologie per rendere le lezioni più coinvolgenti e idonee all’apprendimento gli studenti di oggi.

Continueremo a stringere alleanze formative con chiunque vorrà collaborare realmente al bene ed alla crescita, professionale ed umana, dei ragazzi. Strade diverse, insomma, unite dallo scopo unico di rendere gli studenti dell’Erasmo donne e uomini capaci di spendersi nella società complessa che li attende fuori dai cancelli, ancora protetti, della scuola.

Servizio a cura di
Ettore Giribaldi