È stato un anno strano, complicato e difficile il 2022, ma al tempo stesso intenso ed interessante
per l’associazione San Matteo Onlus di Nichelino.
Dopo due anni di pandemia eravamo pronti a ripartire con l’accoglienza dei bambini bielorussi nella nostra città. Avevamo anche pensato di fare un gruppo misto, con 10 bambini bielorussi e 10 bambini ucraini.
Ci sembrava proprio una bella idea. Invece a febbraio nel cuore dell’Europa è scoppiata una guerra che nessuno credeva possibile. All’inizio anche noi abbiamo pensato e sperato che tutto finisse rapidamente, ma poi l’illusione ha lasciato spazio alla realtà. Ci siamo interrogati su quale dovesse essere il nostro ruolo in questa storia e non abbiamo avuto alcun dubbio che fosse giusto spostare gran parte del nostro impegno di volontari nell’accoglienza dei profughi di guerra. Sono arrivati due gruppi: il primo è arrivato a Nichelino nel mese di marzo, mentre il secondo nei giorni di Pasqua e Pasquetta. Ad aprile il conventino di via San Matteo ospitava 18 persone tra mamme e bambini mentre altre 12 persone avevano trovavano casa già presso alcune famiglie della nostra associazione o che comunque ci avevano dato la loro disponibilità. Abbiamo fatto di tutto per cercare di farli sentire a casa, per aiutarli a superare lo stress della guerra e di un viaggio lunghissimo e faticoso. Abbiamo dovuto provvedere ai vaccini anti Covid ai documenti per i permessi di soggiorno, a trovare il medico di base e a tanto altro ancora. È stata una rincorsa per fare iniziare a 39 persone una nuova vita qui nella nostra Nichelino.
Difficoltà ne abbiamo trovate tante.
Intanto, non è facile la convivenza nella stessa casa tra persone che non si conoscono e che hanno usi e culture differenti. Ho trovato nelle famiglie accoglienti una disponibilità che deve inorgoglire tutta la nostra comunità. Desidero ringraziarli ad uno ad uno per quello che hanno fatto. Non è scontato aprire le porte delle proprie case ed offrire tutto se stessi per altri che neppure conoscono, anche se scappano dalla guerra. Per tutto quello che hanno fatto, queste famiglie non hanno ricevuto alcun sostegno economico dallo Stato e alle volte si sono anche sentite abbandonate. Sono i nostri eroi e a loro deve arrivare il nostro ringraziamento. Non sempre gli ospiti sono stati facili da gestire ma con tenacia e con la forza del gruppo siamo andati e stiamo andando avanti. Alcuni dei nostri ospiti in queste ultime settimane sono tornati in Ucraina e a loro va il nostro augurio che presto possano riprendersi le loro vite, ma di una cosa siamo certi: anche con loro si è creato un filo che ci unisce e credo possa continuare a tenerci vicini uno all’altro. Credo che questa esperienza abbia già cambiato la nostra associazione, ma in futuro vedremo meglio i risultati di questo cambiamento anche in termini di progettualità.
Ovviamente la guerra in Ucraina non ci ha fatto dimenticare i tantissimi nostri amici bielorussi. In questo momento ci troviamo a collaborare con due nazioni che di fatto tra loro sono politicamente divise.
Certo alcune persone in Bielorussia non hanno compreso la nostra accoglienza dei profughi ucraini e alcuni profughi ucraini non capiscono e magari non condividono il nostro impegno in Bielorussia.
Ecco il nostro ruolo in questa storia: provare nei prossimi anni a pacificare due popoli che solo fino a pochi anni fa si consideravano vicendevolmente amici.
Per i bambini bielorussi, ancora impossibilitati a venire in Italia, abbiamo organizzato nei mesi di giugno e agosto un soggiorno di risanamento nel sanatorio di Praleska in Bielorussia. Ci siamo inventati un’accoglienza a distanza in un luogo dove i bambini vengono sottoposti a visite e cure mediche, si nutrono di cibi non contaminati e dove fanno attività ricreative in un clima di svago e di serenità. Ho avuto la possibilità di trascorrere qualche giorno insieme ai bambini nel sanatorio Praleska e ho quindi potuto constatare personalmente la qualità di questo tipo di accoglienza testimoniata anche dalla felicità dei piccoli protagonisti. Tutti i bambini ospitati nel sanatorio arrivano dai villaggi e dalle scuole dove ormai da anni sviluppiamo i nostri progetti.
Intanto, quasi per caso l’associazione Mondo in Cammino di Carmagnola che ha visto due anni fa la prematura scomparsa del suo fondatore Massimo Bonfatti ci annuncia che a fine anno chiuderà le sue attività e ci chiede se noi come San Matteo Onlus possiamo farci carico dei suoi progetti in Ucraina.
Un anno difficile, ma che ci ha anche portato nuovi orizzonti. Un anno faticoso, ma anche pieno di relazioni positive.
Infine un ringraziamento va a tutti coloro che in questi mesi ci hanno sostenuto in vari modi, ogni piccolo gesto è stato un prezioso aiuto. Nei prossimi numeri del giornale cercheremo di portarvi le testimonianze delle famiglie accoglienti e di alcuni profughi ucraini.
Silvio Tomasini
Presidente Associazione San Matteo