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Sab, Dic
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L'ascensore restaurato

Pillole di storia
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È entrato a far parte del percorso di visita della Palazzina di Caccia di Stupinigi un manufatto originale e inaspettato, 

un “nuovo ritrovato dell’industria” secondo i documenti dell’epoca, che riporta i visitatori agli inizi del Novecento, quando la residenza era abitata dalla Regina Margherita di Savoia, vedova del re Umberto I, e dalla sua corte.

L’ascensore, realizzato dalle Officine Meccaniche Stigler di Torino, serviva per accedere al primo piano, livello in cui erano predisposti gli appartamenti residenziali della corte della regina. A quell’epoca la Regina Margherita viveva nell’appartamento di Levante e la sua prima dama di compagnia, la marchesa Paola Pes di Villamarina, in quello che denominato Appartamento del Re. L’elevatore rientrò nell’ambito dei lavori di riammodernamento richiesti dalla “regina madre” che fece diventare la Palazzina di Stupinigi una delle sue residenze prevalenti.

Tra il 1902 e il 1915 il palazzo venne dotato di numerosi accessori per maggiore comodità della regina Margherita, tra cui il potenziamento dell’impianto di riscaldamento, i servizi igienici all’inglese con acqua corrente e lavandini con acqua fredda e calda, la corrente elettrica e, appunto, l’ascensore. All’epoca era modernissimo: a pompa idraulica, dotato di una cabina lignea con porta scorrevole, vetri smerigliati nelle otto finestre, pulsantiera in bachelite, di cui rimangono solo tracce, e coronamento con motivo a balaustrini torniti. L’ascensore non rimase in servizio a lungo, ma fu ancora usato dal personale del Museo d’Arte, Storia e Ammobiliamento quando la Palazzina diventò Museo nel 1919.

Il restauro è stato effettuato dal Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, grazie al contributo della Fondazione CRT. È stato anche un momento di studio per approfondire questa tipologia di manufatti confrontandosi con altri casi di recupero di ascensori storici, come quello del Castello di Moncalieri.

(Foto Ezio Sarà)