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Dom, Dic
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Sangone da bonificare a monte

Cronaca
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Negli anni Sessanta il Sangone divenne uno dei corsi d’acqua più inquinati d’Italia e ancora oggi si sta cercando di porre rimedio a quello che fu un vero e proprio disastro ambientale.
In molti punti le sponde vennero utilizzate come discarica, ad esempio a Nichelino per un certo periodo vennero interrati rifiuti ospedalieri.  Nel tratto da Bruino fino alla confluenza con il Po si insediarono molto fabbriche che per decenni riversarono nel torrente residui di lavorazioni ed in qualche caso sostanze altamente inquinanti che possono ancora provocare danni a valle.

E’ il caso della OMA e della Cibe – Chimica Industriale che a Rivalta in un’area vicino al Sangone effettuavano trattamenti su oli lubrificanti e  solventi. Su un terreno di circa 40.000 mq. vennero stoccati circa 30.000 metri cubi di fanghi oleosi. Ingenti i costi di bonifica; una decina di anni fa furono spesi 11 milioni di euro per smaltire sostanze pericolose contenute in più di 200 serbatoi e 3.000 fusti. Il progetto per bonificare completamente il sito è stato recentemente stimato in 43 milioni di euro. Il mese scorso il Cipe ha assegnato al Comune di Rivalta un nuovo finanziamento di 3 milioni e 200mila euro per gli  interventi più urgenti sulle aree industriali (ora dismesse) in riva al Sangone e nel 2018 dovrebbero partire i lavori.

Nella foto l'area inquinata a Rivalta (foto Luna Nuova)