Negli anni Sessanta il Sangone divenne uno dei corsi d’acqua più inquinati d’Italia e ancora oggi si sta cercando di porre rimedio a quello che fu un vero e proprio disastro ambientale.
E’ il caso della OMA e della Cibe – Chimica Industriale che a Rivalta in un’area vicino al Sangone effettuavano trattamenti su oli lubrificanti e solventi. Su un terreno di circa 40.000 mq. vennero stoccati circa 30.000 metri cubi di fanghi oleosi. Ingenti i costi di bonifica; una decina di anni fa furono spesi 11 milioni di euro per smaltire sostanze pericolose contenute in più di 200 serbatoi e 3.000 fusti. Il progetto per bonificare completamente il sito è stato recentemente stimato in 43 milioni di euro. Il mese scorso il Cipe ha assegnato al Comune di Rivalta un nuovo finanziamento di 3 milioni e 200mila euro per gli interventi più urgenti sulle aree industriali (ora dismesse) in riva al Sangone e nel 2018 dovrebbero partire i lavori.
Nella foto l'area inquinata a Rivalta (foto Luna Nuova)