Festa in cielo, festa sulla terra, festa di famiglia: festa di milioni e milioni di nostri fratelli e sorelle; amici intercessori, modelli di vita.
Ci dicono che la santità è possibile; il Vangelo è vivibile.
La santità non consiste nel fare miracoli, ma nell’attuare la volontà di Dio. E la volontà di Dio è la nostra santificazione. “Siate santi perché io sono santo”. La santità è una chiamata universale: rivolta a tutti. Nessuno escluso, anche noi siamo chiamati alla santità.
Chi sono i santi? Quanti sono? Giovanni scrive nell’Apocalisse: “sono una moltitudine immensa”, sterminata, che nessuno poteva contare. Vengono tutti dalla grande tribolazione. Hanno superato la prova, tant’è che tengono in mano la palma della vittoria. Hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’agnello. Per questo sono immacolate. Sono i redenti. Cantano un inno di lode e gratitudine a Dio e all’agnello che li ha salvati.
Il Vangelo delle beatitudini indica la strada percorsa per raggiungere la santità. I santi, infatti, sono “biografie” del Vangelo; in ciascuna beatitudine c’è un posto per un santo. Le beatitudini sono la carta d’identità del seguace di Gesù, che tende a conformarsi a Lui. I santi sono il capolavoro dello Spirito Santo. Si sono lasciati amare, si sono lasciati modellare, si sono lasciati scolpire.
Nella terra dove sono nato alcuni anni fa ho visto un blocco di marmo e un uomo che lo scolpiva con martello e scalpello. A terra tante scaglie. Dopo alcuni giorni sono ripassato e…ho visto un angelo! Mai avrei immaginato che in quel grezzo pezzo di marmo si nascondesse un angelo.
Diceva Celina alla sorella santa Teresa del Bambin Gesù: “Quanto devo acquistare?” E Teresa “Quanto hai da buttar via! Da togliere! Da perdere!”
Nell’esortazione apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, papa Francesco scrive: “la santità è il volto più bello della Chiesa. È vocazione per tutti, per ciascuno. Ognuno sulla strada che Dio gli ha tracciato nel suo stato di vita: famiglia, religiosa, ministeriale…è tessuta di piccoli gesti. La santità feriale del fratello/sorella della porta accanto. Tessuta di pazienza, di generosità, di attenzione, di cura, di premura, di dono di sé, del tempo, delle energie di mente e di cuore”.
Lo Spirito Santo riversa santità dappertutto: ad ogni età, in ogni condizione di vita in ogni periodo della storia della salvezza. I santi non sono nati santi, tantissimi son i convertiti. Sì, perché tutti abbiamo bisogno di conversione. La parola “santità” ci spaventa perché pensiamo che i santi “sono quelli che fanno i miracoli”. Il Signore ha concesso anche questo, ma la santità non consiste nel “fare i miracoli”: consiste nell’impegnarci il più possibile nel fare la volontà di Dio.
In fondo la vita cristiana corre su un binario: la rotaia della fede e quella dell’amore. La rotaia della fede ci illumina nel leggere gli avvenimenti e conformarci al suo volere, quella dell’amore è ciò che noi facciamo quando è gradito al suo cuore e prezioso ai suoi occhi.
M’incammino verso il camposanto pensando ai miei cari… gli occhi versano lacrime, ma il cuore sussulta di gioia perché, lo so, loro vivono l’eternità dei santi, l’eternità del paradiso.
Marcello Aguzzi