Nell’elenco dei dodici apostoli che i Vangeli ci presentano Tommaso risulta settimo per Matteo, mentre Marco e Luca gli assegnano l’ottavo posto.
Il Vangelo di Giovanni non ci presenta alcuna lista, ma è quello che parla di più di questo discepolo che noi conosciamo per il detto “se non tocca con mano o non ci mette il naso”.
Lo troviamo nell’episodio del ritorno in vita di Lazzaro. “Gesù disse loro apertamente: Lazzaro è morto… andiamo da lui. Allora Tommaso detto Didimo (che significa gemello) disse agli altri discepoli: andiamo anche noi a morire con lui!” L’apostolo menagramo e fifone che non capisce quello che Gesù ha in mente e cerca di defilarsi. Lo stesso succede dopo l’ultima cena durante il discorso d’addio di Gesù che dice “vado a prepararvi un posto… e del luogo dove vado conoscete la via. Gli disse Tommaso: Signore, non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via? Gli rispose Gesù: Io Sono la via, la verità, la vita”. Anche qui il nostro Tommy non ha capito nulla; pensa che Gesù voglia sfuggire per scampare all’arresto e si nasconda da qualche parte che gli altri sanno ma lui no. Invece Gesù gli rivela la sua Divinità: “Io Sono”, il nome impronunciabile di Dio.
ERA SOPRANNOMINATO DIDIMO
Ma l’episodio più famoso che riguarda Tommaso avviene dopo la morte e la resurrezione del maestro: la domenica sera Gesù appare agli apostoli riuniti e spaventati. “Tommaso, chiamato Didimo, non era con loro…gli dissero: abbiamo visto il Signore. Egli disse loro: se non vedo (e non tocco con mano) io non ci credo” (Gv. 20, 24-25). La domenica dopo però gli apostoli sono di nuovo insieme e con loro c’è il nostro capoccione. “Gesù disse a Tommaso: metti qui il tuo dito. Tocca il mio costato e credi! Gli risponde Tommaso: mio Signore e mio Dio!”
È una delle più belle espressioni di fede che troviamo nei Vangeli, così come la beatitudine che riguarda ognuno di noi: “perché mi hai veduto tu Tommaso hai creduto; beati quelli che non hanno visto e avranno creduto!” L’incontro con Gesù risorto trasforma Tommaso che da scettico e fifone diventa vero apostolo. Così lo ritroviamo pochi giorni dopo sul lago di Tiberiade. “Gesù si manifestò di nuovo ai suoi discepoli: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele…” (Gv. 21, 1-2). Ora Tommy è diventato il secondo tra gli apostoli, pronto a seguire il maestro e aperto ai doni dello Spirito. Infatti lo ritroviamo nel cenacolo nel giorno della Pentecoste in preghiera con Maria (At. 1,12-14).
Il padre della Chiesa Eusebio di Cesarea (3° secolo d.C.) dice che Tommaso evangelizzò la Siria e poi l’India dove morì martire nel 67 d. C. La sua tomba si troverebbe nella città di Mailapur.
Le leggende su di lui raccontano che i tre re magi lo incontrano mentre va in India e gli chiedono notizie di quel bambino che venerarono nella mangiatoia. Dopo aver ascoltato il resoconto di Tommaso i tre re magi si convertono e si fanno battezzare da lui.
Al nostro apostolo vengono attribuiti due scritti apocrifi: il vangelo dell’infanzia di Gesù (5° secolo) in cui si raccontano i miracoli di Gesù bambino e il più famoso Vangelo di Tommaso (prima metà del 2° secolo) che riporta oltre cento “loghi” (discorsi – parabole – frasi) di Gesù, scritto in lingua copta. Alcune di queste frasi non compaiono nei quattro Vangeli canonici come ad esempio “Gesù disse: siate dei viandanti” (n. 47); “Gesù disse: Beato l’uomo che ha sofferto, egli ha trovato la vita” (n. 63).
Tommaso era chiamato Didimo, cioè gemello.
Che cosa può significare? Ci sono tre ipotesi.
1) La più logica: Tommaso ha un fratello gemello che non fa parte dei discepoli, ma gli resta appiccicato questo soprannome.
2) Tommaso somigliava fisicamente a Gesù, erano così simili che lo scambiavano per Lui. Tant’è che alcuni vangeli eretici dicono che fu Tommaso ad essere crocifisso al posto di Gesù che scappa in India.
3) Giovanni lo chiama Didimo per un motivo teologico: è il simbolo di colui che crede senza vedere cioè è il nostro gemello, di noi che crediamo grazie alla Parola del Vangelo per questo beati e chiamati a diventare anche noi “gemelli” di Gesù, ad assomigliargli il più possibile.
Buone vacanze a tutti!
Enrico de Leon