- di don Gianfranco Sivera -
Ho conosciuto un uomo che tiene affisso nel salotto di casa uno strano oggetto. Quando qualcuno gli chiede il perché di quella stranezza dà la spiegazione con questo racconto.
“Il nonno, una volta mi accompagnò al parco. Era un gelido pomeriggio d'inverno. Il nonno mi seguiva e sorrideva, ma sentiva un peso. Il suo cuore era malato, già molto malandato. Volli andare verso lo stagno. Era tutto ghiacciato, compatto! Dovrebbe essere magnifico poter pattinare – gridai - Vorrei provare a rotolarmi e scivolare sul ghiaccio almeno una volta! Il nonno era preoccupato. Nel momento in cui scesi sul ghiaccio, il nonno disse: ‘stai attento...’. Troppo tardi. Il ghiaccio non teneva e urlando caddi dentro. Tremando, il nonno spezzò un ramo e lo allungò verso di me. Mi attaccai e lui tirò con tutte le sue forze fino ad estrarmi dal crepaccio di ghiaccio, ma per il nonno questo avvenimento fu troppo faticoso, troppo emozionante. Un violento attacco cardiaco lo portò via nella notte. Il nostro dolore fu enorme. Nei giorni seguenti, quando mi ristabilii completamente, corsi allo stagno e ricuperai il pezzo di legno. È con quello che il nonno aveva salvato la mia vita e perso la sua! Ora, fin tanto che vivrò, starà appeso su quella parete come segno del suo amore per me!”
“ Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo perché con la tua croce hai redento il mondo: è questa la preghiera che ha ritmato i venerdì di quaresima donando a tutti pace, conforto, fiducia e speranza. Di fronte al legno della croce ci inginocchieremo il venerdì santo contemplando l’uomo dei dolori, che si è fatto obbediente al Padre offrendoci così un grande esempio perché, come sappiamo, “ non c’è amore più grande di chi dà la vita” (Gv 15,13).
E’ per questo che noi cristiani custodiamo nelle nostre case un "pezzo di legno" a forma di croce... Per ricordare come si ama, e a chi dobbiamo guardare per amare senza stancarci!
Gesù, non ha nascosto la morte o il dolore, ma se ne è fatto carico, fino in fondo; non ha rifiutato la parte peggiore, infima dell’umanità, ma l'ha condivisa,infatti ”passò in mezzo a noi beneficando e risanando tutti e per questo Dio lo ha resuscitato il terzo giorno.” (Atti 10,34ss)
La Pasqua è l'annuncio che il male e la morte è vinta per sempre,perché “l’amore è più forte della morte” e in ogni gesto d’amore, di pace, di riconciliazione che viviamo, noi annunciamo la Pasqua, la vittoria del bene sul male, della vita su ogni morte.
Oggi, domani, è sempre Pasqua, se ci decidiamo a non vivere per noi stessi, per la difesa dei soli nostri interessi e benefici, vivendo invece perché chi verrà dopo di noi possa godere di un mondo più bello, più accogliente e solidale.
La Pasqua non è una ricorrenza, una festa da celebrare, un uovo di cioccolata che si spacca per vederne la sorpresa, una dolce colomba da mangiare in famiglia. Pasqua è una persona, un compagno di viaggio, un maestro; Cristo è la nostra Pasqua!
La presenza di Cristo risorto ci sprona a vivere la vita in pienezza, a investire al meglio ogni istante del nostro tempo, a dare ogni giorno un po’ di noi, dei nostri talenti, delle nostre risorse, per vedere rifiorire la comunità degli uomini, per ridare speranza e infondere fiducia a chi ha il cuore affranto, per imparare a vivere da fratelli che si rispettano, collaborando insieme a costruire ponti edificando la Pace .
Passiamo anche noi, come Cristo, in mezzo ai dolori di questo tempo, beneficando, risanando, regalando fiducia e speranza perché vivere a partire dalla resurrezione: questo è il significato di Pasqua.
Don Gian Franco Sivera
Parroco
Madonna della Fiducia e San Damiano