Papa Francesco e l’aborto. Non è la prima volta che pone questa domanda: “È giusto eliminare una vita umana per risolvere un problema?
È giusto assumere un sicario per risolvere un problema?” Qualche settimana fa in una lettera scritta di proprio pugno Francesco ha risposto ad un gruppo di donne argentine che sollecitava una sua presa di posizione contro un nuovo progetto di legge sull’interruzione volontaria in Argentina. E ha aggiunto: “Non è una questione religiosa, ma di etica umana, che va ben al di là di qualsiasi fede”,
Il Papa ha appoggiato in pieno l’impegno di queste attiviste pro life di due quartieri popolari di Buenos Aires che gli hanno scritto: “Grazie mille, siete davvero donne che sanno di cosa è fatta la vita. Per favore dite a tutte che ammiro il lavoro che fanno e la loro testimonianza; che le ringrazio di cuore e di andare avanti”.
Più o meno le stesse parole erano state impiegate in un udienza generale un paio di anni fa: “L’aborto? È come affittare un sicario”.
L’interruzione volontaria di gravidanza fa parte dei grandi mali sociali del nostro tempo. Su questo tema la linea della Chiesa cattolica non cambia, anzi Francesco in molte occasioni è stato ancora più chiaro ed esplicito. “Tutto il male operato nel mondo si riassume in questo: il disprezzo per la vita. La vita è aggredita dalle guerre, dalle organizzazioni che sfruttano l'uomo. Leggiamo sui giornali o vediamo sui telegiornali tante cose, dalle speculazioni sul creato e dalla cultura dello scarto, e da tutti i sistemi che sottomettono l'esistenza umana a calcoli di opportunità, mentre un numero scandaloso di persone vive in uno stato indegno dell'uomo. Questo è disprezzare la vita, è uccidere”.