Hanno di nuovo semplificato le bollette di luce, gas e telefono (… acqua non pervenuta).
Sarà, ma più le semplificano e meno ci capisco. L’unica cosa chiara resta il totale da pagare, ma quello già prima era lampante. Il resto è un diluvio di fasce, kilowatt e calorie, addizionali e scatti alla risposta.
Da anni mi pongo una domanda: converrà accendere la lavatrice di sera? E mi do sempre la stessa risposta. Boh!?
Certo è che pago più di quanto dovrei, perché un giorno sì e un giorno no mi telefona un gestore (…per giunta ogni tanto sostiene di essere lo stesso di cui sono già cliente) per avvertirmi che c’è la possibilità di risparmiare. Benissimo, dico io, se è per questo non c’è nemmeno bisogno che mi telefonate. Accetto sempre volentieri sconti, purché automatici e a condizione che non siano forieri di ulteriori rogne.
L’ultima volta che ho cambiato gestore infatti ho dovuto imbarcarmi in una gimkana di numeri verdi per tentare di capire chi, come, quanto, quando e per cosa stessi pagando.
Anche la banca sta semplificando tutto e il rapporto con me cliente si fa sempre più trasparente. Per tenermi informato mi rifilano plichi di dieci pagine alla volta, fronte e retro, scritte fitte fitte con il chiaro intento di risparmiare carta e a caratteri piccoli piccoli per rispetto della privacy. Quando leggo le parole “modifica unilaterale del contratto” so che lì mi devo fermare, perché non conosco l’arabo e non ho una laurea alla Bocconi.
Basta carta - a un certo punto mi son detto - passo all’on line. Cioè a una selva di pdf che non mi azzarderò mai più ad aprire, onde evitare pericolosi accavallamenti alla vista. Prima di poter visionare il mio conto mi chiedono sempre se voglio comprare un nuovo cellulare, un frullatore o un motorino. Ma che diamine - sbotto - siamo in Banca, mica alla Posta!
Spero solo che vada bene e di non trovarmi un giorno o l’altro in braghe di tela, come è già successo a qualche toscano.
Civis 2
