L’antico ospedale Santa Croce di Moncalieri è come l’araba fenice, rinasce sempre dalle proprie ceneri.
Fondato in pieno medioevo, le sue origini risalgono nientemeno che al XII secolo. Il nucleo originario fu costruito grazie a una donazione del Vescovo di Torino ai Templari che presidiavano il ponte sul Po.
In età moderna vi misero mano pure i Savoia. Tal commendatore Ambrogio Dellachà, filantropo e industriale dei fiammiferi, agli inizi del Novecento edificò la nuova sede. Il cantiere praticamente dura tutt’ora, perché a memoria d’uomo il nostro glorioso nosocomio è stato ininterrottamente interessato da ulteriori lavori di ampliamento e ristrutturazione.
Passano i decenni: chi lo sopraeleva di un piano, chi recupera un sottotetto, una volta si butta giù un muro, un’altra si riesce a sfruttare meglio un corridoio, dopo un po' uno scantinato o un sottoscala. Ottocentesco, inadeguato, obsoleto… quante gliene abbiamo dette! l’ospedale Santa Croce si trova in baricentrica ma infelicissima posizione, al culmine di una rampa dove inizia la collina di Moncalieri. Inaccessibile al trasporto pubblico, costituisce rocca inespugnabile anche per gli automobilisti in cerca di parcheggio. Chi dalla piana sottostante avesse, per spirito di avventura, l’ardire di raggiungerlo a piedi o in bicicletta, può comunque vedersi abbuonata una serie di visite ed esami, perché significa che gode di discreta salute.
Sintesi mirabile di cosa si intende per barriere architettoniche. Le ambulanze sfrecciano, si fa per dire, fino al vicoletto che sbocca sul piazzale (… massì, esageriamo) del Pronto Soccorso. Qui generazioni di urbanisti si sono arrovellate, per riuscire a sistemare quindici auto anziché dodici. Manco a dirlo, presto la sede del pronto soccorso sarà oggetto di un sostanzioso intervento di ristrutturazione e provvisoriamente dovrebbe essere trasferito nell’adiacente e coevo complesso di Ville Roddolo (ex convalescenziario dei dipendenti FIAT). Una specie di carugio separa i due storici insediamenti. Da tempo infatti i padiglioni delle Ville Roddolo sono una sorta di dependance del Santa Croce. Qualche giorno fa è stata inaugurata una nuova ala che ospita reparti e uffici. Mettendo le mani avanti e non lasciando trasparire cauto ottimismo, l’ASL To 5 ha affittato i locali in questione per i prossimi 18 anni (!), in attesa che si materializzi la chimera - per restare in tema mitologico - dell’ospedale unico. E dire che non più tardi di un paio di elezioni fa il Santa Croce doveva essere chiuso e messo all’asta. Adesso è nuovamente in fase di modernizzazione e ampliamento. Visto che per l’ennesima volta l’agognato nuovo è scomparso dai radar, teniamoci caro almeno l’ospedale vecchio.
Civis 3