Non so se sia possibile addestrare i cani a fare la pipì perlomeno nei tombini dell’acqua piovana.
Infatti non è il massimo utilizzare alla bisogna le aiuole e gli alberi, tanto più se i cani del quartiere sono tanti e tutti puntano allo stesso albero, poveretto. Certo è peggio fargliela fare ai piedi del palo della luce, nel bel mezzo del marciapiede o sul pregiato travertino del portone condominiale.
Anche in periodi di siccità è tutto un rigagnolo che scorre. Vi risparmio la vista e l’olezzo di certi scorci cittadini e con sdegno giro lo sguardo dall’altra parte.
Una soluzione però ci sarebbe. Lavare periodicamente i marciapiedi e gli angoli più soggetti al fenomeno. E però a chi tocca farlo? Al Comune, all’amministratore di condominio, ai detentori di cani?
Non riusciamo nemmeno a tenere sgombre dall’immondizia le strade, figuriamoci il resto. In caso di nevicate per esempio il Comune ha deciso per via regolamentare che tenere pulito il marciapiede spetta ai proprietari degli edifici che si affacciano sulla pubblica via. Trovata la soluzione, ma in questo caso il problema è solo teorico, visto che nevica sempre più di rado. Il cane invece la pipì la fa tutti i giorni.
Che volete mai, anche quando tento di trattare le cose in modo politicamente correttamente... chissà perché mi scappa da ridere.
Civis 2
