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Dom, Dic
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Tasse, pedaggi e confini

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Qualche mese fa in un articolo sulle curiosità toponomastiche di Nichelino ci si interrogava sull’origine della denominazione di via Finanza o delle Finanze,

che dir si voglia, come riportato sulle targhe viarie in punti diversi della medesima strada.  Diciamo che nichelinesi e moncalieresi hanno idee diverse in materia, ma la confusione è in parte giustificata perché in realtà il toponimo risale a tanti anni fa e nel corso del tempo è strato trascritto e riportato in modi diversi. La strada era preesistente alla recente urbanizzazione e il tracciato originario ha subìto modifiche.

Mario Cerrato, appassionato di archeologia locale, nel corso delle sue ricerche sul territorio ha avuto modo di studiare anche le trasformazioni delle vie di comunicazione nel corso dei secoli e fornisce una risposta più che plausibile sul motivo per cui da tempo immemorabile questa strada delle Finanze si chiama così.

Di certo il nome aveva a che fare con tasse, dazi, pedaggi e gabelle. Non è un caso che la via segni il confine tra due Comuni, Nichelino e Moncalieri, ma per capirne di più bisogna fare un passo indietro nel tempo e per intanto immaginare il paesaggio prima dell’Ottocento, o meglio prima della costruzione della ferrovia. La strada ferrata infatti scombussolò in zona tutta la rete di viabilità “minore” modificando i tracciati di molte strade campestri che per così dire avevano da sempre convogliato il “traffico” agricolo verso Torino.

Stiamo parlando di aperta campagna e cascinali sparsi, come la Rusca e il Colombetto. La linea direttrice che arrivava da Vinovo era la stessa delle attuali via Rusca, via Gioberti e appunto via delle Finanze, fino alla barriera naturale del Sangone. Ė pur vero che a Nichelino esisteva da qualche secolo il ponte di via Torino/via Sestriere, ma ancora in epoca recente si ha pure notizia di un guado che più a valle che metteva in collegamento le due sponde. Tant’è che una località a Borgo San Pietro - Moncalieri, ancora oggi si chiama “il Barchetto”: in passato era una sorta di traghetto costituito da una piattaforma galleggiante. Era una zona trafficata con movimento di carri e di bestiame, a ridosso della storica area mercatale di Moncalieri (Borgo Mercato).

Ma che c’entra la Finanza?

Non bisogna dimenticare che nelle varie epoche il movimento delle merci sottostava alla fiscalità del tempo. Per esempio in piazza Bengasi c’è ancora la “casa del dazio”, dove nel secolo scorso si pagava un’imposta sui prodotti in entrata a Torino.

Le cinte daziarie nel corso del tempo variarono più volte. Su un’antica mappa ad esempio risulta segnata una “casa del pedaggio” subito dopo il ponte sul Sangone, in via Torino angolo strada Castello di Mirafiori. Da che mondo è mondo si sa che i nomi delle tasse mutano in continuazione. Un’altra casa del pedaggio si trovava al confine tra Nichelino e Moncalieri, dove adesso via Cuneo diventa via Pastrengo, per l’appunto in“strà d’la Finansa”, strada della Finanze. Insomma, da quelle parti c’era una specie di dogana e bisognava pagare prima di passare.

Come nella scena di un famoso film: “Chi siete, cosa portate…?” - Un fiorino!