Infanzia e giovinezza a Nichelino, qui Maria Luisa Alberico conserva diversi legami di amicizia e parentela anche se adesso abita altrove.
Per diversi anni docente nelle scuole superiori, giornalista e, ora più che mai, esperta sommelier. Forse non è stata lei la prima donna in Italia a conseguire ufficialmente questa qualifica, ma certo è che da una ventina d’anni Maria Luisa Alberico è una delle voci al femminile più autorevoli nel settore. Perito assaggiatore della Camera di Commercio di Torino, ha fondato l’Associazione Donna Sommelier Europa e diretto l’omonima rivista. Ha curato la statistica nazionale “La vigna in rosa”, nonché innumerevoli corsi e seminari di degustazione, mostre, convegni e iniziative sul territorio. Vale anche la pena ricordare il suo progetto “Vino del ghiaccio”, avviato in alta Valle di Susa nel 2007, volto alla riscoperta dell'uva Avanà, un vitigno autoctono delle nostre vallate. Vendemmia e vinificazione sono effettuate in pieno inverno, grazie a questo progetto è stato prodotto il primo "ice wine" a bacca rossa in Italia.
Insomma Maria Luisa Alberico è impegnata a 360 gradi nella valorizzazione delle donne nelle professioni legate al mondo del vino e alla cultura del saper bere. È anche un impegno che punta anche alla qualità, al buongusto e alla conoscenza del “sapore” che in fondo ha la stessa etimologia della parola “sapienza”.
In queste settimane Maria Luisa Alberico sta presentando il suo libro “Vino è Donna - da baccante a sommelier”, pubblicato da Edizioni Pedrini. Lunedì 22 aprile ore 18 è a Nichelino alla Biblioteca Civico “Arpino” per il ciclo “Incontri con l’autore”, organizzato in collaborazione con l’Unitre.
Il libro è un affascinante e originale viaggio al femminile nel mondo della conoscenza e della pratica del vino dall’antichità ad oggi, alla scoperta della sua storia, simbologia e cultura.
In questi ultimi decenni si è affermato un significativo ritorno della donna verso attività che coinvolgono la Natura e che si ricollegano al vino mettendo in gioco componenti diverse: empatia, cura, accoglienza e consapevolezza del proprio autonomo impegno, doti che richiedono di essere esplorate alla luce di un passato che trae le sue chiavi di lettura nell’antropologia e nel mito. La sintesi di questo suggestivo percorso, che intreccia vari ambiti, porta a concludere che il vino è, in modo originale e speciale, arcaicamente/archetipicamente donna.
“Vino è donna – dice Maria Luisa Alberico - non solo perché sempre più donne vi si dedicano, ma anche perché il vino è materia a lei simbolicamente affine, è creatura, è natura, comunicazione e condivisione, è sensualità e benessere”.
La conclusione di questo originale ed articolato lavoro è dunque un viaggio di consapevolezza e affermazione che permette di ricostruire come “vino è donna” proprio attraverso il percorso “da baccante a sommelier”.