14
Dom, Dic
97 New Articles

Un'App per chiedere soccorso

Iniziative
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

Molte App che scarichiamo sul cellulare occupano spazio e si rivelano poi del tutto inutili.

Non di rado anzi costituiscono una seria minaccia alla nostra privacy e servono, per lo più a nostra insaputa, a prelevare dati su comportamenti e abitudini, associandoli alla geolocalizzazione, ossia al luogo in cui ci troviamo.

In qualche caso però il fatto che qualcuno via satellite possa sapere con precisione il punto preciso in cui siamo può tornare utile, se non addirittura essenziale, quando si abbia bisogno di soccorso. Sul nostro smartphone vale quindi la pena di installare tra le tante App anche “Where Are U” (già attiva in Piemote e in altre regioni italiane) che è la versione più evoluta del numero telefonico 112, il servizio di pubblica utilità per eccellenza. Nei paesi dell’Unione Europea il 112 rappresenta il numero di emergenza unico, attivo h 24. L’operatore che risponde alla chiamata di soccorso è in condizione di attivare gli enti e i soggetti più idonei al tipo di emergenza (ambulanza, vigili del fuoco, carabinieri ecc.) Se la chiamata è effettuata da cellulare tramite l’App “Where Are U”, il grande valore aggiunto è dato dal fatto che insieme alla chiamata vengono automaticamente trasmessi tutti i dati di localizzazione con un’approssimazione di pochissimi metri. Sono molte le situazioni in cui chi ha bisogno di soccorso non è in grado di fornire da solo indicazioni precise sul luogo in cui si trovi. Questo determina spesso una perdita di tempo o magari un inutile dispiegamento di uomini e mezzi su un’area molto vasta. Ora grazie al sistema satellitare il software di Where Are U può determinare immediatamente la posizione Gps dello smartphone da cui è partita la chiamata inviando le coordinate alla centrale operativa del 112.

L’app gratuita è di facile utilizzo, prevede tre distinte modalità di invio della richiesta di aiuto: tramite chiamata telefonica, tramite messaggio scritto oppure tramite il pulsante in cui è indicato il simbolo dell’impossibilità di parlare, ad esempio a seguito di aggressione o di incidente.  In tal caso parte una chiamata automatica con i dati di localizzazione. Il servizio presuppone che la zona sia coperta da connessione telefonica e dati, oltre al fatto che l’utente abbia attivato sul proprio smartphone la funzione Gps.

Per gli appassionati di escursioni outdoor in zone a scarsa copertura di rete telefono/dati può essere utile installare anche l’app GeoResQ, un servizio gestito dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino, appositamente studiato per far fronte a richieste di soccorso in montagna o in aree impervie con segnale telefonico molto debole.

Il servizio si integra con quello del 112. GeoResQ consente anche di “tracciare” il percorso presentando funzionalità che si appoggiano prevalentemente sul segnale Gps. In tal caso bisognerà comunque avere l’avvertenza di partire con la batteria del cellulare ben carica o di portare con sé una batteria aggiuntiva, tenuto conto che con Gps attivo il telefonino consuma più corrente e che alle basse temperature i dispositivi elettronici hanno meno autonomia.

Infine occorre prestare attenzione a non far partire per errore la chiamata automatica di soccorso. Non di rado – e questo avviene anche per le normali chiamate al 112 – gli operatori devono rispondere anche in caso di falsi allarmi con spreco di preziose energie.