In occasione delle ATP Finals disputate a Torino con i più grandi giocatori del mondo anche la Palazzina di Stupinigi Nichelino rende omaggio al tennis dedicando uno spazio alla storia di questo sport.
Fino all’8 gennaio 2023 sono esposti documenti e cimeli che raccontano l’evoluzione del gioco con racchetta e pallina dal medioevo fino ai giorni nostri.
Uno dei pezzi forti della mostra è un dipinto secentesco che raffigura Francesco Giacinto (morto in tenera età) e Carlo Emanuele di Savoia. Figli del duca Vittorio Amedeo I e di Cristina di Borbone (la famosa Madama Cristina), i due bambini sono raffigurati mentre impugnano una racchetta da tennis. Il quadro faceva parte di una mostra dedicata ai “principini” di Casa Savoia nelle varie epoche, presentata a Stupinigi qualche anno: la curiosità, a parte la racchetta, è che i due maschietti indossano abiti femminili, perché secondo l’usanza del tempo i vestiti dei bambini fino a una certa età erano praticamente unisex.
Il gioco del tennis - un po' diverso, ma similare a quello attuale – è menzionato nella letteratura a partire dal medioevo. Nel corso della storia assunse varie denominazioni e regole a seconda dei luoghi, così come la forma della racchetta, della pallina e della rete. Il passatempo era diffuso in tutte le corti d’Europa, in Piemonte una delle tanti varianti era il “trincotto”. Un posto di rilievo nella storia ebbe anche la “pallacorda”, al punto che uno dei primi atti della rivoluzione francese, il celebre “giuramento della pallacorda”, ebbe come scenario una sorta di campo da tennis al coperto…
Il nome tennis deriva da “Tenez!” espressione francese che significa “tenete!”. Con questo grido iniziava il gioco prima di mandare la palla nel campo avversario. “Tenez! – Tennis” oggi è il titolo della mostra alla Palazzina reale di Stupinigi.