“La scelta di intraprendere un viaggio spesso è legata al desiderio di evadere dalla realtà che ci circonda, stanchi di ciò che abbiamo,
abbandoniamo temporaneamente la nostra vita per cercare qualcosa di diverso, qualcosa che ci dia un nuovo stimolo, una nuova sfida che ci aiuti a sentirci vivi… Ma non è così quando la scelta di un viaggio ricade sull’Africa: la terra il cui nome porta dentro una realtà infinita, inimmaginabile, un tesoro nascosto che fin dal primo momento in cui si ha la fortuna di conoscerlo, difficilmente se ne potrà fare a meno. Dieci persone molto diverse tra loro scelgono di partire, verso quella terra lontana, verso quell’orizzonte nuovo, per mettersi in gioco, per dare un senso alla propria vita, per ritrovare sè stessi, là dove ciò che conta è l’Amore verso il prossimo”.
Ed è così, che nel 2012 nasce l’associazione Sognavamo l’Africa Onlus dando vita a piccoli e grandi progetti che comportano sfide sempre nuove. L’associazione, con sede a Nichelino, è sul territorio da otto anni e rappresenta il frutto di un’esperienza missionaria svoltasi nel 2011 presso il villaggio di Siongiroi (Kenya) grazie a Sr Jola Plominska della congregazione Suore missionarie di S. Pietro Claver. In quel viaggio eravamo un gruppo formato da dieci persone diverse, tutti spinti da una motivazione abbastanza forte da indurci a decidere di trascorrere un mese in un villaggio lontano senza sapere realmente a cosa saremmo andati incontro. Tutti noi eravamo ignari di quanto quell’esperienza ci avrebbe profondamente cambiati, nessuno ci aveva detto che, in realtà, avremmo ricevuto più di quanto ci stavamo preparando a donare. Si sa in Africa le persone sono “povere”! Pochi però sanno che la povertà è un concetto ampio: si può essere poveri a causa della mancanza di denaro o poveri di valori. Noi, in quella terra lontana e piena di contraddizioni, oltre a vedere la povertà materiale, abbiamo ri-scoperto la ricchezza dell’Amore: una ricchezza che accompagna ogni giorno quelle persone “povere” e, nonostante le mille difficoltà che quotidianamente sono chiamate ad affrontare, hanno una grande fede. Persone semplici ed umili, pronte ad accoglierti a casa loro per offrire una tazza di chai (the) o semplicemente un piatto di riso, il tutto accompagnato dalla parola “Karibu nyumbani” (benvenuto a casa).
Da quell’esperienza missionaria è nata la voglia di fare qualcosa di più per quelle persone che ci avevano accolto, fin da subito, a braccia aperte con tanto affetto e con nessuna pretesa. Quando ricevi così tanto senti anche il desiderio di donare altrettanto al prossimo; questa la motivazione profonda per cui nasce l’associazione. Il primo progetto a prendere vita è stato quello relativo alle adozioni che ha permesso ai bambini di Siongiroi e, successivamente, anche quelli di Kapsowar, di ricevere un’istruzione e un pasto caldo all’interno della scuola. Qualche anno dopo, nasce il progetto acqua sostenuto grazie alla parrocchia SS. Trinità che ha adottato il progetto per diversi anni nella quaresima di fraternità e, grazie anche all’aiuto della Regina Mundi che ci ha sostenuto con le attività di raccolta fondi. In collaborazione con Engim Internazionale siamo riusciti ad attivare il servizio civile sul territorio di Siongiroi, garantendo uno scambio di informazioni rilevanti per lo sviluppo dei diversi progetti. Importante, grazie al gruppo di Cavallermaggiore, è stato il progetto aule che ha visto la nascita di nuove classi per accogliere un maggior numero di studenti all’interno della scuola.
Tutti questi progetti hanno richiesto tempo, fatica e anche tanta pazienza, ma alla fine siamo riusciti a realizzarli pensando sempre al loro bene e a gioire insieme ai nostri amici africani per il raggiungimento degli obiettivi, nonostante le piccole e grandi difficoltà incontrate lunga la strada. All’interno della scuola Holy Family siamo riusciti poi ad inaugurare una biblioteca, grazie alle tante persone che ci hanno regalato libri in lingua inglese; e tutt’ora, i nostri studenti kenioti hanno una corrispondenza di penna con gli studenti della scuola superiore “Erasmo da Rotterdam” di Nichelino dove è attivo il progetto di sensibilizzazione. Un ultimo progetto, sviluppato a seguito dell’emergenza Covid-19, è “Un chicco di riso per Siongiroi”, progetto nato per aiutare ad acquistare beni alimentari. L'anno 2020 a Siongiroi è stato infatti problematico non solo per l’emergenza sanitaria, ma anche per le forti alluvioni e per l'invasione delle locuste, che hanno provocato gravi danni all’agricoltura, causando carestia e mancanza di cibo per la popolazione.
Queste righe non vogliono essere altro che fonte di ringraziamento a tutte quelle persone che fin da subito ci hanno sostenuto e che in questi otto anni hanno camminato insieme a noi, chi per un periodo più breve e chi più a lungo, donando gratuitamente il proprio tempo e mettendo a disposizione risorse e competenze; il tutto per un’unica ragione: l’Amore verso il prossimo! Un grazie particolare va ai genitori adottivi dei bambini di Siongiroi e Kapsowar che hanno deciso di compiere un atto di solidarietà verso i nostri amici più piccoli, regalandogli l’opportunità e la speranza di un futuro migliore realizzabile solo attraverso l’istruzione. Asante sana! (Grazie mille!).
Sonia Caraci e Daniela Romano