“Vetrine …ieri” è alla prima edizione con l’augurio che altre ne seguiranno. In concomitanza con i festeggiamenti patronali
un gruppo di commercianti di via Torino presenta un curioso ed originale viaggio nel tempo attraverso una serie di oggetti insoliti tra il vintage e l’antiquariato. Per i giovani si tratta di pezzi del tutto sconosciuti, per i meno giovani una finestra sul passato che dà spazio ai ricordi. L’iniziativa, sotto l’egida delle associazioni d’arma di Nichelino e Vinovo, è comunque destinata a dare un tocco di colore ad alcune storiche vetrine del centro.
Gli oggetti esposti provengono dalla multiforme raccolta di un appassionato collezionista nichelinese che li ha recuperati, restaurati e in qualche caso completamente ricostruiti. Troviamo così un paio di sci “d’antan” con pionieristici attacchi per agganciarli agli scarponi, utilizzati da qualche montanaro un centinaio di anni fa per spostarsi nella neve. Forse non tutti sanno che lo sci alpino da discesa vide gli albori sotto la Mole, per opera di Arturo Kind, ingegnere svizzero trapianto a Torino. Primi esperimenti in collina alla fine dell’Ottocento, prima discesa alpina con gli “ski” in Val Sangone all’Aquila di Giaveno. All’inizio del Novecento c’era un campo da sci a Cavoretto sulla collina torinese. Più avanti, negli anni Trenta, decollò la stazione sciistica del Sestriere, inventata dagli Agnelli.
In bella mostra troviamo poi due vecchie bilance che hanno fatto la storia di tante botteghe. La prima, rimessa in sesto e rimontata, è un brevetto americano che risale agli anni ’20 del secolo scorso tra le due guerre. La seconda, un po’ più recente, è di produzione italiana della premiata ditta Nano.
Oggetti di cui si è persa memoria. Per esempio, chi ha idea di come potesse funzionare una radio a galena? Incredibile ma vero: il ricevitore a galena non era alimentato da pile o collegato alla corrente elettrica, ma funzionava sfruttando l’energia delle onde elettromagnetiche. Il modello esposto, con una caratteristica antenna a rombo, è del 1910 della Telefunken: le componenti sono quelle originali, comprese le cuffie, il mobiletto invece è stato ricostruito. Fu cosi che si materializzò la magia delle voci e della musica in casa. In “Vetrine… ieri” è possibile anche ammirare un vecchio giradischi a manovella, insieme ad uno dei primi magnetofoni Geloso e al famoso “Gelosino” di inizio anni Sessanta.
Nelle vetrine delle due edicole di via Torino sono esposte alcune copie della Domenica del Corriere, il glorioso settimanale che nel secolo scorso fu una delle pietre miliari dell’informazione di massa in Italia.
Ma il pezzo forte di questa rassegna è un “oggetto misterioso”, a forma di cilindro. Che sarà mai? Una piccola astronave? Ebbene no, si tratta della prima macchina per fare il caffè espresso.
Per tornare al tema dei primati di Torino, l’invenzione vide la luce in occasione dell’Esposizione Generale del 1884 al Valentino per opera di Angelo Moriondo, geniale imprenditore torinese. Aveva iniziato ad occuparsi di liquori e cioccolato, sulle orme del padre che aveva fondato la fabbrica dolciaria “Moriondo & Gariglio”, fornitrice della Real Casa Savoia. Era poi passato al settore alberghiero acquistando in centro il prestigioso Grand Hotel Ligure e lanciando l’American Bar in via Roma. A scopo promozionale aveva inventato questa macchina del caffè per stupire la propria clientela e i visitatori dell’Esposizione dove aveva allestito uno stand. “Qui si trova il modesto chiosco del signor Moriondo dove si ammira la famosa caffettiera miracolosa, invenzione del Moriondo stesso, con cui si preparano dieci, venti, cento tazze di caffè in pochi minuti”, scriveva un cronista dell’epoca.
Fu un successo e Angelo Moriondo brevettò l’invenzione. L’acqua nella caldaia veniva portata ad ebollizione e attraverso una rete di serpentine veniva immessa in pressione nel contenitore con il caffè macinato, per servire fino a 300 tazze all’ora. Un caffè veloce, o per meglio dire “espresso”.
I primi modelli delle macchine inventate da Angelo Moriondo sono andate perduti, ma sono stati fedelmente ricostruiti sulla base di disegni e progetti originali.
Sì, anche il primo caffè espresso si è bevuto a Torino.
***
Hanno aderito a “Vetrine…ieri”:
Edicola e Cartolibreria di Giorgio Main, via Torino 98 – Dedalus studio d’arte, vetrate e arti decorative di Marina Monzeglio, via Torino 177 – Expert city Mercol e Cena, via Torino 127 – Sport Godino, via Torino 151 – Edicola di Fulvio Meinardi, via Torino 178 – C.T.M Coppe targhe medaglie F.lli Reinè, via Torino 202 - Pasticceria Torino di Mauro Forcina, via Torino 127 - Edicola Usberto di Paolo Favarin, piazza San Quirico.