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Campioni di ieri - Michele Fanelli e le Olimpiadi di Los Angeles

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Michele Fanelli (1906 – 1989) era nato a Orta Nuova in Puglia, ma si era a trasferito in Piemonte a Nichelino nel 1954 per lavoro.

Morto nel 1989, in gioventù era stato un grande atleta: nel 1932 aveva partecipato alle Olimpiadi di Los Angeles ed era arrivato 13° con il tempo di 2h49'09" restando nelle prime posizioni durante la gara e cedendo nella parte finale. Per due anni, sempre nella maratona, era stato campione italiano. Di umilissime origini, Fanelli era diventato un campione allenandosi scalzo in mezzo ai campi assolati del Tavoliere della Puglie condividendo la vita faticosa dei contadini.  

All’epoca non era certo possibile vivere di sport, anche se lui aveva già raggiunto eccellenti risultati; in più sotto il fascismo non ebbe facile a causa delle sue idee comuniste.

In Piemonte, come tanti immigrati dal Sud nel dopoguerra, era andato a lavorare in fabbrica, ma aveva continuato a correre e ogni giorno andava a lavorare a piedi percorrendo 30 chilometri per tenersi allenato. A Nichelino qualcuno ancora se lo ricorda con la sua caratteristica andatura da podista.

Dal web raccogliamo queste righe in sua memoria, scritte un po’ di anni fa da un nipote, quando Orta Nuova intitolò a Michele Fanelli lo stadio della cittadina pugliese che gli ha dato i natali.

Mio nonno, si chiamava Michele
Mio nonno, era figlio
di contadini molto poveri
Mio nonno, correva
Mio nonno, era comunista
Correva scalzo, chilometri
e chilometri, attorno
Alla campagna di Orta Nova,
in provincia di Foggia
Correva con le scarpette
fatte a mano dal calzolaio
del paese, alle maratone
alle Olimpiadi di Los Angeles
del 1932
Quando c’era il passaggio del duce
nelle vicinanze, per precauzione
lo mettevano in galera, come testa calda
In gioventù andò in America,
e sua moglie lo fece tornare, dopo due anni
dicendogli che la figlia prediletta, mia mamma,
era gravemente malata
In vecchiaia, andava ancora a piedi
alla fabbrica, 16 chilometri ad andare
16 a tornare
È morto con un buco nel piede, mal curato
aveva consumato le suole correndo
da uomo libero
Per le strade del mondo, senza soldi
senza trucchi di medicine,
con le scarpette fatte a mano
dal calzolaio del paese
La sua città natale gli ha dedicato
lo stadio del paese, a Orta Nova
Commosso io, nipote, ringrazio
 
(Lino Di Gianni)