Realtà così diverse, eppure così vicine. Nella Polisportiva Nichelino Hesperia, accanto al calcio e al volley, c’è anche la danza
Come è nata questa passione per l’Hip Hop?
All’età di otto anni mi sono innamorata di questo ballo, di questa musica fantastica che prende l’anima. Il tutto grazie ad Elisa Paterno, una bravissima insegnante che è riuscita a trasmettere questa passione a me e ad altre tante persone, portandomi a gare di livello nazionale e internazionale. In seguito questa passione si è trasformata in studio facendomi diventare anche insegnante.
Perché questo progetto con la Polisportiva Nichelino Hesperia?
Ho iniziato nei centri estivi “Summer Village” come aiuto animatrice. L’anno scorso, diventata capo animatrice, ho deciso di insegnare ciò che ho imparato nei miei trascorsi, creando insieme al coordinatore generale Vincenzo Corraro un nuovo corso per dare ai ragazzi la possibilità di esprimersi in questa disciplina.
Che cos’è l’Hip Hop?
Nato grazie a pionieri quali Afrika Baambata, Grand Masterflash ed altri ancora, si è sviluppato agli inizi degli anni Settanta come vero e proprio movimento culturale principalmente nelle periferie delle città americane. Si è diffuso in strada per comunicare la propria espressione di disappunto nei confronti di una società oppressa dal razzismo. Sostanzialmente non è altro che un connubio tra il “Djing” (espressione per indicare l’addetto al beat), “Mcing” (colui che canta o meglio rappa sul beat) e infine il “Bboying” (meglio noto come colui che balla sopra il beat). Certamente in due righe risulta riduttivo, ma posso affermare che è un movimento in continua espansione, anche qui in Italia.
Cosa ti aspetti da questo nuovo gruppo del tuo corso?
Preferisco mirare allo sviluppo psicofisico dei miei ragazzi/ragazze. Il divertimento, il sentirsi parte di un gruppo unito, accettato nel contesto di una società sportiva ed infine, ma non per ultimo, usare questi momenti insieme come valvola di sfogo da un quotidiano alle volte soffocante.
Questa attività può influire sulla personalità?
Assolutamente sì. È una realtà che a me personalmente ha fatto crescere, mi ha fatto capire tante cose socialmente utili nella vita quotidiana, come l’importanza che ha l’unione di un gruppo, toccare con mano che cosa vuol dire perdere e vincere. Ciò che non ti uccide ti rende più forte e questa non può che essere un’esperienza fortificante a livello psicologico e fisico.
L’Hip Hop può essere considerato uno sport?
Si è liberi di decidere di prendere l’Hip Hop come cultura o meno. Penso che qualsiasi tipo di movimento associato a costanza e dedizione possa essere considerato uno sport, perché vi sono competizioni nazionali, campionati mondiali e un insieme di discipline comprendenti tecnica, musicalità espressiva, scenografia e ritmo musicale. Vi è l’elaborazione di una tecnica per uno sviluppo corporeo importante che consiste nel riprendere i passi della danza classica e trasformarli in qualcosa di intimo, di moderno, riflettendo all’esterno quell’espressione facciale e fisica resa dinamica dalla complessità dell’esecuzione.
Grazie Ilenia, vuoi aggiungere qualcosa?
Che dire, è stato divertente poter esprimere le mie opinioni. Tengo a precisare che ognuno è libero di pensare quello che vuole su questo argomento e su questa cultura. Queste sono opinioni basate su mie esperienze personali che ogni giorno riempiono la mia vita, regalandomi soddisfazioni a dir poco fantastiche. Spero vivamente di aver trasmesso, anche se in poche parole, quello che si nasconde nella parola “Hip Hop” invitando vivamente quante più persone ad intraprendere questo cammino.
Per informazioni:
Daniele Mugnai
