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Dom, Dic
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Andrea ed Ettore, gemelli del goal

Calcio
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“In una città chiamata Nichelino, vivevano due gemelli di 15 anni, Ettore e Andrea.

Nonostante fossero gemelli identici, avevano personalità diverse. Tuttavia, c'era una cosa che li univa più di ogni altra: la passione per il calcio. Fin da piccoli, i due fratelli passavano ore e ore a giocare a calcio nel cortile di casa. Sognavano di diventare grandi calciatori e di giocare insieme nella squadra nazionale”.

Potremmo chiedere all’Intelligenza Artificiale (va tanto di moda!) di continuare questa storia dai contorni romantici e fiabeschi, un racconto forse non nuovo ma sicuramente affascinante e carico di emozioni. Quelle emozioni che, nella realtà, hanno vissuto Ettore ed Andrea Pansini quando si sono trovati in campo da avversari, nel “derby” tra il Vinovo Sport ed il Chisola. Ettore con la maglia blu ed Andrea con il bianco del Chisola. Grandi sorrisi, abbracci, foto di rito e poi di corsa in campo. Dopo la trafila vissuta insieme negli anni della scuola calcio, le strade calcistiche dei due ragazzi classe 2009 si sono, per ora, divise ma … mai dire mai. Nel mentre tocca ai genitori, Elena e Michele, fare le corse tra un allenamento e l’altro e le partite nei fine settimana in giro per il Piemonte.

Tra l’altro nel dicembre scorso Ettore ha scritto una piccola pagina di storia calcistica in quanto ha esordito con la prima squadra che gioca nel girone F della seconda categoria, subentrando nel secondo tempo nella partita tra il suo Vinovo Sport ed il Lenci Poirino, correndo a tutta fascia e giocandosela con calciatori anche di 20 anni più vecchi! Un record a livello regionale: per farlo è stato necessario produrre un certificato medico ed attendere l’autorizzazione della Lega, in quanto la regola prevede che nei dilettanti si può giocare solo dai 16 anni. Una bella e particolare storia che dimostra come, anche in un calcio moderno sempre più legato a fattori economici e di immagine, sia possibile creare un ponte anche precoce tra il calcio giovanile e quello dei “grandi”.

G. Flori