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Dom, Dic
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Un futuro pieno di incertezze

Calcio
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Un brivido freddo sta percorrendo le schiene degli italiani che praticano sport a livello dilettantistico.

Con l’introduzione del Dpcm del 15 gennaio non si potrà fare sport fino al 5 marzo. “Sono consentiti - si legge nel testo - soltanto gli eventi e le competizioni di livello agonistico e riconosciuti di preminente interesse nazionale. Resta sospesa l’attività sportiva di base. Fatto salvo quanto previsto in ordine agli eventi e alle competizioni sportive di interesse nazionale, lo svolgimento degli sport di contatto, come individuati con provvedimento del Ministro per le politiche giovanili e lo sport, è sospeso. Sono altresì sospese l’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento relative agli sport di contatto, nonché tutte le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto, anche se aventi carattere ludico-amatoriale”.

Insomma, se non è un de profundis definitivo, poco ci manca: il rischio che la stagione sportiva 2020-21 sia da considerarsi persa è divenuto quasi una certezza. Di fatto, in tutto il Paese, rimarranno fermi società, squadre, calciatori, arbitri, dirigenti a livello dilettantistico cosi come palestre e piscine. Tra le società sportive calcistiche prevale il pessimismo: i commenti vanno dallo scolastico “Rimandati a settembre” al tragico “E’ la morte del dilettantismo”. Come vedremo, in realtà un piccolo spiraglio per qualche settore si è aperto e qualcosa è destinato a ripartire. Ma poca roba.

Nei fatti, sul piano agonistico, la situazione dei campionati è da considerarsi drammatica. Se analizziamo il movimento calcistico, l’ipotesi di ripartire con i campionati di Eccellenza, Promozione, Prima, Seconda e Terza Categoria è da considerarsi alla stregua di un miracolo. Ce lo auguriamo tutti che la pandemia sparisca e che dal 6 marzo ci si possa tornare ad allenare, ma sarà difficilissimo  comprimere quasi un intero campionato in tre mesi, salvo sforare in piena estate e quindi spostare in avanti la prossima stagione. Certo, si rimane aggrappati alla speranza che in questo mese le cose si mettano al meglio e che veramente dal prossimo marzo le attività agonistiche possano riprendere al 100%. Rimane il fatto che le squadre non si allenano più da ottobre e che servirà almeno un mese per rimettere in moto la macchina.

Si sta parlando di nuove formule per trovare un format che consenta di chiudere i campionati a fine giugno,  ad esempio giocare solo i gironi di andata, ma non sembra che sia una soluzione apprezzata dagli addetti ai lavori. Insomma un vero patatrac: più facile che nelle prossime settimane si discuta non tanto su come e quando ripartire a marzo, ma su come essere pronti a partire da settembre 2021.

Il calcio dilettantistico ha una sola speranza che passa attraverso l’applicazione di un nuovo protocollo sanitario che consenta di ripartire prima. Si è ventilata la possibilità di eseguire tamponi continui prima delle partite, ma chi li pagherà…?