È sempre un piacere leggere un nuovo scritto di Orazio Ottaviani, poeta di Nichelino. A luglio di quest’anno compirà 96 anni
e non cessa di studiare, pensare e scrivere. Colpiscono la sua voglia di rimettersi sempre in gioco, la sua sete di ricerca, la sua voglia di capire il mondo.
Così ha messo insieme un altro libro raccogliendo una trentina di sue recenti poesie (alcune nei mesi scorsi sono state pubblicate in anteprima su Nichelino Comunità). “Le mie ultime smanie poetiche… forse…”, si intitola con la buona dose di autoironia che da sempre lo caratterizza. Sono ricordi della sua gioventù, ma anche riflessioni sulla vita e su temi di scottante attualità. Non a caso il volumetto si apre con una citazione idi Socrate “Non posso insegnare niente a nessuno, posso solo cercare di farli riflettere” e si conclude con una frase di Confucio: “Chi torna per la vecchia strada per imparare il nuovo, può considerarsi un maestro”.
Purtroppo il mondo in questi nostri giorni è più che mai in balia della violenza e dell’arroganza. Sentite per esempio questi lucidi e fulminanti versi di una delle poesie contenute nella raccolta: “Il Gran Supponente come Narciso, /egli va rimirando sol se stesso. / I suoi sproloqui sono inconcludenti / li spaccia per concetti assai sapienti. / Oh sì triste sventura per le genti della Terra, ahimè… li Gran Supponenti van infestando i popoli con il sangue innocente. Quivi la pace langue!!!”
Questo mondo è agli antipodi di quello desiderato e ricercato da Orazio Ottaviani, “poeta metropolitano”, divenuto colto con la passione per la lettura e l’impegno dell’autodidatta. “Tra i primi ricordi della mia infanzia, vi è il mio papà, che non era ricco di denari, ma di cultura. Amava le arti, in particolare il melodramma e la poesia. Papà aveva una memoria eccezionale, spesso recitava le poesie dei più grandi poeti della nostra letteratura a memoria. Ricordo i canti dell’inferno dantesco, lo ascoltavo estasiato. Penso che il mio amore per questa nobile arte, sia nato in quel periodo della mia infanzia”, racconta nell’introduzione a questo suo quinto libro di poesie, dedicato all’amico Nando Lentini recentemente scomparso, fondatore del circolo poetico “Di verso in verso” dell’Associazione Il Cammello.
Stupisce come questo poeta quasi centenario mantenga la voglia di conservare parole antiche e scoprirne di nuove, a confronto dell’indolenza e della povertà di linguaggio di tanti giovani.
Questo libro autoprodotto, senza una casa editrice alle spalle, è però ottimamente curato a differenza di tante pubblicazioni che si trovano oggi in circolazione. Non è in commercio. Come gli altri scritti da Orazio Ottaviani, in quarta di copertina, al posto del prezzo in basso a destra, reca la dicitura “Non per pecunia ma per amicizia”. Il volumetto lo regala ad amici e conoscenti ed è un dono utile e gradito, anzi prezioso.
Co.M.