Orazio Ottaviani, 94 anni, è nato e vive da sempre a Nichelino.
I lettori di questo giornale hanno già avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo per i suoi articoli sulla storia della città. Nonostante le molte primavere continua a scrivere in modo molto lucido e preciso. Perciò resta uno dei migliori testimoni delle grandi trasformazioni che la nostra città ha attraversato nell’arco di quasi un secolo.
“A causa dello scorrere della mia vita, tra bonacce e burrasche, a volte assai violente, la mia cultura è a macchia di leopardo”, sostiene. Con molti sacrifici si era diplomato perito meccanico alle serali, ma ha continuato e continua tutt’ora a studiare, da autodidatta, forte della sua indomabile curiosità e voglia di imparare.
Appassionato di opere liriche, storia e letteratura Orazio Ottaviani è un ottimo narratore, ma ha anche un’altra grande passione, quella della poesia. Il suo nuovo libro infatti è una miscellanea poetica dove riaffiorano reminiscenze dell’infanzia e della gioventù, ma anche una profonda e laica riflessione sul senso della vita, su temi di impegno civile e di scottante attualità. Spesso riecheggia la tragica stagione della dittatura e della guerra che hanno segnato la generazione del giovane Orazio.
“Odio la guerra e tutte le ingiustizie che abbondano in questo piccolo pianeta, disperso nell'universo, tra un infinito numero di astri – scrive nella presentazione di questa sua raccolta di poesie - Grazie alle scoperte scientifiche, è noto che il nostro bel pianeta, non è al centro dell'universo come credevano i nostri antichi progenitori, ma la mentalità del genere umano, salvo rari casi, non si è adeguata. La nostra unica casa, da noi chiamata Terra, è ancora divisa in stati sovrani in lotta tra loro, nel nome di obsoleti, letali patriottismi. Il razzismo, è una delle tante cause di cotante sventure”.
La prima lirica all’inizio della raccolta è dedicata agli “Amici del Cammello” e al circolo di poeti di cui Orazio Ottaviani fa parte e di cui è il decano. Il libro autoprodotto, comunque ben curato, non è in commercio: “non per pecunia ma per amicizia”, ha fatto scrivere sulla retrocopertina in basso a destra dove di solito è indicato il prezzo, insieme a una frase che ben riassume il senso di questo volumetto: “La mia giovane anima racchiusa nel mio vetusto corpo si diverte”.
Oltre all’abilità di scrivere in versi, colpisce la ricchezza e la varietà del lessico di questo nostro poeta 94enne che fa da contraltare alla piattezza, alla superficialità e all’omologazione nel linguaggio di tanti giovani d’oggi. Non poteva mancare una poesia dedicata a Nichelino, “quando il mio bel paese non era una città”: “…come gemma preziosa e silente/incastonata nella antica mente /mia, rivedo l’amato suol natio…”
Come scrive la poetessa Cristina Viotto nell’introduzione: “la sua poesia consente di disvelare la realtà, permettendo al lettore di fermarsi, osservare il mondo senza veli e riflettere così sul senso della vita. Or mi accorgo di quanto, cinquantatré primavere in più, possano far la differenza e mi porgo come umile allieva ad ascoltar la bellezza che riecheggia in queste liriche”.
M.C.