Lo scorso mese di maggio, presso la sede della Luogotenenza per l’Italia settentrionale
dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (OESSG) in Milano,
I Cavalieri del Santo Sepolcro hanno una storia molto antica. Il neo cavaliere di Nichelino ci spiega che le fonti finora note non consentono di precisare in quale data l’Ordine sia stato fondato. Tradizionalmente la sua creazione si fa risalire al 1099, ai tempi della prima crociata, quando le milizie cristiane liberarono Gerusalemme dai musulmani.
“Da allora la storia dell’Ordine è stata in continua evoluzione – aggiunge il Dott. Alfonso - passando dal ripristino del Patriarcato di Gerusalemme, all’elezione della chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme a cattedrale e nel 1122 alla formazione di un corpo di canonici regolari del Santo Sepolcro. Attualmente, l’Ordine è presente in tutto il mondo, con la missione di sostenere la Chiesa cattolica e la presenza cristiana nella Terra Santa”.
Per poter essere ammessi nell’Ordine, i candidati devono dimostrare di essere cattolici di esemplare fede e condotta morale ed impegnarsi a contribuire all’espletamento della missione dell’Ordine. Prima di essere nominati gli aspiranti cavalieri devono completare un periodo di formazione della durata non inferiore ad un anno. Il cavaliere o la dama assumono per tutta la vita l’impegno di praticare le virtù evangeliche, di testimoniare la fede cattolica e l’impegno di sostenere moralmente ed economicamente le comunità cristiane della Terra Santa.
Che cosa rappresenta Gerusalemme per un Cavaliere dell’Ordine del Santo Sepolcro?
“Gerusalemme simboleggia la continuità della presenza cristiana nella città in cui Cristo è risorto – risponde Michele Alfonso - È importante mantenere la sua memoria in quei luoghi, contribuendo non solo al mantenimento del patrimonio storico, ma anche alla realizzazione ed allo sviluppo di strutture che siano utili per la convivenza ed all’educazione a beneficio di tutti, cristiani e non, perché lo spirito cavalleresco è quello di aiutare chi più ha bisogno, in perfetta coesione con lo spirito cattolico. Mi auguro che questo senso di appartenenza a Gerusalemme si manifesti in ognuno di noi in modo da poter aiutare e sostentare in maniera sempre più concreta il Patriarcato Latino e la presenza cristiana in quei luoghi”.