Mario Nota, classe 1955, nichelinese doc, alla Crociera è un personaggio.
È il tabaccaio di via dei Martiri e con il suo negozio è lì da 30 anni, quasi una sentinella di presidio al confine con Moncalieri. È molto contento dell'onorificenza che gli ha conferito la FIT - Federazione Italiana Tabaccai in occasione del trentennio di attività professionale e soprattutto per la motivazione: “con spirito di attaccamento al lavoro si è prodigato per lungo tempo nella gestione della rivendita, dando prova di un’attività apprezzata e meritoria”.
Il negozio ha aperto i battenti nel ‘92 e da allora continua ad essere un punto di riferimento per il quartiere. “Non smetterò mai di ringraziare mia suocera Elisabetta Bues, la mamma di mia moglie Mariella, che trent’anni fa ci ha aiutati ad avviare l’attività. Prima io lavoravo in macelleria, il lavoro di mio padre che negli anni ‘50 e ‘60 era molto conosciuto a Nichelino, la sua prima casa fu proprio in via dei Martiri nel 1931”.
In tabaccheria non ci va solo chi fuma. Oltre al sale e ai valori bollati i tabaccai ultimamente sono diventati una specie di sportello polifunzionale: pagare il bollo della macchina e bollette varie, caricare il telefonino, giocare alle lotterie, acquistare biglietti e abbonamenti del bus e tanto altro ancora. Anche se molte di queste operazioni si possono fare da casa al computer o con il telefonino, tanta gente preferisce ancora rivolgersi al fidato “tabachìn”.
“Il mio negozio – aggiunge Mario Nota – svolge anche il servizio di money transfer. In questi anni ho avuto modo di conoscere tanti immigrati e con molti di loro si è creato un clima di fiducia e di amicizia: è gente che lavora e che fa sacrifici per spedire i risparmi ai famigliari rimasti nei paesi di origine”.
In trent’anni non sono mancate le difficoltà: “Dopo un pò che avevo aperto il negozio hanno chiuso al traffico via dei Martiri per fare il sottopasso della ferrovia. Da qui non passava più nessuno: è stata lunga resistere, ma ce l’abbiamo fatta. Ho subito due alluvioni, nel 1994 e nel 2000, ed è stata dura ripartire… e poi trenta rapine”.
Addirittura trenta? “Due volte sono finito al pronto soccorso: una volta mi hanno dato una botta in testa con il calcio di una pistola, l’altra mi hanno ferito con un taglierino durante la colluttazione”.
Ci sarà stata anche qualche soddisfazione… “Beh sì, ad esempio quando nella mia tabaccheria è uscito un gratta e vinci da 100 milioni (c’erano ancora le vecchie lire). Ma soprattutto devo dire che mi piace questo lavoro a contatto con la gente e ringrazio i clienti che mi hanno seguito in questi 30 anni. Le più grandi soddisfazioni però sono arrivate dalla famiglia, dalle mie due figlie gemelle, Melissa e Michela, entrambe laureate, e naturalmente dai tre nipoti: Giovanni, Giorgio Dante e il piccolo Carlo, arrivato da poco”.