Era un grande maestro di vita, ma da sempre con la vocazione del missionario.
Questo era don Luciano Gariglio che 60 anni fa fu ordinato sacerdote dal Card. Fossati.
Dal ‘63 al ‘67 è stato il mio viceparroco alla Parrocchia Regina Mundi della Crociera di Nichelino. Nel 1961, appena dopo l’ordinazione, aveva iniziato a collaborare con don Francesco Smeriglio nella nuova parrocchia per le messe domenicali.
Era veramente una figura trainante, non solo per noi giovani, ma per tutti quelli che hanno avuto la fortuna di essere illuminati dal suo sguardo, dalle sue parole e dal suo modo di essere. Aveva sempre un sorriso e una parola dolce per tutti, molto vicino a chi era più emarginato, a chi soffriva. Il suo sorriso e i suoi occhi trasmettevano sempre una luce che ti affascinava.
Era di Castagnole Piemonte, molte volte ci portava in quel bel paesino dove lui era nato: tutti con le biciclette, poi là facevamo la partita di calcio contro i ragazzi del posto e per finire una grande mangiata a casa sua, dove papà, fratelli e sorelle ci preparavano una ricca merenda. Sono stati 5 anni indimenticabili!!!
Finalmente riuscì a convincere il Vescovo di farlo partire come missionario per il Brasile e il 27 gennaio del 1968 si imbarcò da Genova con destinazione Caratupera nello stato del Maranăo. Io intanto partivo per il servizio militare a Palmanova. Ci scrivevamo sempre; le sue lettere e cartoline le custodisco in uno scrigno, come un vero tesoro. Mi scrisse della sua prima messa domenicale sulla nave con una sola presenza e questo fu il suo commento: “ciò indica chiaramente che la missione ha avuto inizio, sarà necessario tirare avanti senza illusioni”.
Amava tanto sua mamma che era morta quando lui aveva solo 14 anni; parecchie volte la menzionava e scriveva nel suo diario “mamma, vivo nel desiderio di abbracciarti” oppure “da 16 anni vivo con il desiderio di rivederti e dirti tutta la nostalgia che invade il mio cuore”.
Quasi sempre nelle sue lettere si rivolgeva a me con l'appellativo di “amigo bacana” che vuol dire amico fantastico e ancora adesso rileggendole, queste sue parole mi inondano di una deliziosa felicità. E non c'era volta che si congedasse senza dirmi “una preghiera per la tua famiglia”.
Poi arrivò quel tragico giorno, il 4 giugno del 1970. Don Luciano e il confratello don Mario Racca con due suore e quattro catechisti avevano accompagnato in una gita un centinaio di bambini nel piccolo paese di Barreia. Ci fu la messa con la presenza di tutti gli abitanti, insomma ci fu una bella festa. Luciano voleva premiare i bambini facendogli fare il bagno nel fiume Gurupì e andò personalmente a verificare che tutto fosse possibile, ma purtroppo finì in una buca e fu travolto dalle forti correnti delle acque. A nulla valse il prodigarsi tempestivo di tutti i pescatori e degli abitanti del villaggio e dello stesso don Racca. Verso le 18 i pescatori con delle grosse reti riuscirono a portarlo a riva...ma non c'era più niente da fare: don Luciano era già in paradiso ad abbracciare la sua adorata mamma che tanto amava.
Mario Goffo