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Spazio Utim - In grande ritardo sui regolamenti

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In Piemonte ​l'applicazione dell'I​see ​(Indicatore della situazione economica equivalente) per il calcolo della contribuzione

degli utenti alle rette dei servizi socio-sanitari (Rsa, Comunità alloggio, ecc.) ha evidenziato una marcata inerzia delle istituzioni locali.

​L'oggetto della discordia tra Enti locali (Comuni/Consorzi) e regole nazionali - che devono obbligatoriamente essere applicate - riguarda l’indennità di accompagnamento e la pensione di invalidità. La normativa in vigore stabilisce che tali pensioni e indennità siano escluse dal reddito Isee e non incidano sul contributo alla retta dei servizi. Tali somme rimangono a favore dei beneficiari (persone con gravi disabilità intellettive/autismo, malate di Alzheimer ecc.)

​​Le disposizioni nazionali dovevano essere recepite entro il 28 giugno 2016 dai Comuni/Consorzi​, che in stragrande maggioranza hanno fatto nulla, compreso il Cisa12, il Consorzio socio-assistenziale tra i Comuni di Nichelino, None, Vinovo e Candiolo.

Peraltro, i Comuni e i Consorzi non possono invocare la normativa regionale per giustificare la mancata revisione dei loro regolamenti, continuando ad applicare quelli obsoleti. La Regione Piemonte difatti ha il potere di stabilire linee guida per un'applicazione omogenea dell'Isee, ma non quello di dettare modalità applicative, poiché sono gli enti locali che devono conformarsi alle norme nazionali vigenti.

Questo ritardo ha ripercussioni dirette sulla vita e sulle finanze di tanti malati non autosufficienti in Rsa e persone con disabilità inserite in comunità alloggio o altri servizi residenziali, i quali si trovano a pagare importi superiori a quelli dovuti secondo i conteggi delle norme statali.

Non solo. Gli Enti locali in questione, mentre negli anni hanno disatteso la norma nazionale sull’Isee (un “livello essenziale”), stanno ora operando per eluderne l’applicazione chiedendo a Governo e Parlamento, anche attraverso l’Anci Piemonte (l’Associazione nazionale dei Comuni), modifiche legislative a svantaggio delle categorie più deboli. 

La logica degli Enti locali del "non applichiamo la legge", perché non la riteniamo "equa" e nel frattempo chiediamo che venga modificata, è la sconfitta del diritto. La discrezionalità dei forti (le istituzioni) contro i diritti dei deboli (i singoli utenti delle prestazioni).

Dopo aver esaurito di fatto le opzioni informali e formali, avanzate negli ultimi anni, l'UTIM ad inizio novembre si è rivolta al Difensore Civico regionale per chiedere l'applicazione dell'articolo 136 del TUEL (Testo unico degli enti locali) nei confronti del Cisa12. Questa norma prevede che, di fronte a omissioni o ritardi negli atti obbligatori da parte degli enti locali, il Difensore Civico nomini un “Commissario ad acta” che provveda all'esecuzione degli atti dovuti.

Questo strumento offre un mezzo legittimo ed urgente per tentare di correggere le persistenti inadempienze che arrecano pregiudizio agli utenti. Il caso rappresenta ora un test per le Istituzioni coinvolte su un tema di natura giuridica, etica e sociale. Attendiamo gli esiti.

UTIM Nichelino