Quali sensazioni, quali pensieri, forse emozioni, ha stimolato il partecipare a questa quinta edizione della Marcia della Pace?
Sarebbe interessante poter scoprire e analizzare il “sentito” degli organizzatori, di chi giovane o meno giovane ha marciato, di chi alla finestra o sul balcone ha assistito, imperturbabile o con un sorrisino di compiacimento... o compassione.
Perché sono, appunto, “eventi” cioè “spot”, “pop up” dovuti alla cittadinanza per coerenza, (“Nichelino è una città che vuole la pace”, che sollecita ad “Osare la pace”), eventi che sono ormai orfani di trasporto emotivo, assuefatto dal quotidiano resoconto dei conflitti che insanguinano il mondo.
Il messaggio ti attrae per un attimo, ma poi lascia che tutto proceda come prima. Quel “tutto che procede come prima” sono appunto le manifestazioni di prepotenza di chi vuole annettere a sè, con le buone o le cattive, un altro popolo, perché “ha bisogno delle sue risorse”. Sono il graduale abbandono degli istituti di tutela e conciliazione internazionali per raggiungere un’assoluta autonomia decisionale su energia, clima, ambiente, sistema giudiziario, sanità, rispetto dei paesi confinanti…
È accettare di buon grado il massacro di migliaia di persone giustificato dal “diritto alla difesa”, qualsiasi sia il “fronte” considerato o pensare a una deportazione di massa del nemico. E allora, proprio in nome di questo diritto, diventa lecito recuperare il tempo perso nel riarmo spingendo la produzione industriale in tale direzione. Possiamo stare tranquilli: presto avremo gli F35 a difendere i nostri cieli, fra poco anche gli F47 invisibili ai radar, ancora più micidiali. La Francia, bontà sua, ci ha offerto il suo “ombrello nucleare” a difesa, Bruxelles spinge per investire 800 miliardi di euro nel riarmo dell'Europa.
Abbiamo già testato “l'alert telefonico” sui nostri smartphone, ora ci viene suggerito di dotarci del kit di sopravvivenza, non si sa mai...
Anche per questo la Marcia diventa “marcetta” in mezza corsia stradale (non disturbiamo troppo per carità) e il suo significato si riduce a ciclico e timido alzare la mano per dire: “Sono angoscianti le immagini che arrivano dal Medio oriente e dall'Est: immaginatevi Nichelino come Gaza”
“Grazie di cuore, il popolo della pace di Nichelino è dalla parte giusta della storia, eravamo più di mille a diffondere parole e cultura di pace nel cuore della città…”, si è detto alla fine.
Non so se fossimo più di mille, certo anche bambini, più di altre edizioni sicuramente. Ho qualche dubbio sulla risposta agli inviti rivolti alle scuole medie e superiori, a mio giudizio caduti nel nulla (in rapporto al numero di scuole e studenti presenti sul territorio).
E allora accettiamo questo “spot pacifico”, come un memento a ricordarci il valore della pace di cui stiamo ancora beneficiando. Speriamo davvero che Nichelino abbia avuto uno sguardo attento sul suo “popolo della pace”, sia o meno dalla parte giusta della storia.
U.E.