Il Comune ha deciso di fare la (le) piste ciclabili per collegare la nostra “metropoli” a Torino.
Vedo ora divisori con l’erba in mezzo, larghi una trentina di centimetri. In un articolo del giornale di qualche mese fa ci si chiedeva chi avesse poi bagnato l’erba… La risposta è molto semplice: nessuno! O meglio, ci penseranno i cani portati in giro dagli educatissimi padroni a bagnare l’erba se nel frattempo non sarà già seccata.
C’era bisogno di un doppio divisore? Così facendo la carreggiata per le auto si è ristretta ancora di più e l’intervento è senz’altro più costoso (… ma cosa importa!?).
Tralascio la mia opinione sul percorso della ciclabile da via Stupinigi fino a via XXV Aprile… è da andare a vedere, descriverlo non renderebbe l’idea.
Speravo inoltre che, come Torino e Moncalieri, nel periodo meno affollato delle scuole, anche Nichelino facesse lavori stradali come l’asfaltatura di qualche strada a forte scorrimento. Ne avrebbero veramente bisogno via dei Martiri, via XXV Aprile e via Torino. E invece niente!
Per non parlare del ponte nuovo sul Sangone. Le ciclabili (su entrambi i lati) sono lisce come biliardi, mentre la sede stradale è piena di buchi e rattoppi (ho piegato il cerchio dello scooter e rotto il bauletto prendendo una buca).
Quasi di nascosto ad agosto per tutti i residenti rimasti a Nichelino si è arrivati all’apoteosi… Cambio della viabilità su via Superga! Il traffico è stato deviato su due vie laterali più strette con obbligo di fare almeno due incroci in più per le auto che vogliono arrivare su via Torino.
I cartelli segnaletici sono stati montati di notte, all’oscuro di tutti e senza preavviso, come la banda bassotti? Il primo giorno c’erano già i vigili appostati a fare le multe alle persone che dagli anni ‘60 percorrevano in macchina in via Superga.
Spero solo che questo provvedimento sia opera di una persona soltanto, perché se la decisione è stata presa collegialmente è il frutto di una follia comune. Così la pensano tante persone che si sono chieste il perché di questa deviazione scomoda, ma soprattutto molto pericolosa.
Marco Boniforte