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Dom, Dic
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"Non sappiamo proprio cosa fare"

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Gli affezionati lettori di Nichelino Comunità ricorderanno lo scorso articolo

che illustrava la disumana e illegittima nuova delibera regionale 1-5265/2022 che di fatto “scarica” i malati anziani non autosufficienti, trasferiti da ospedale/casa di cura in Rsa, dopo 60 giorni di ricovero totale. La drammatica situazione è ben testimoniata anche dalla seguente mail (cancelliamo i riferimenti per la privacy). Con parole semplici, ma efficaci, ci mostra una spaventosa realtà, che chiama ad urgenti interventi riparatori tutte le Autorità competenti.

"Per una situazione degenerativa complessa mio padre, dopo essere stato sette giorni al pronto soccorso dell'ospedale ***, è stato trasferito alla Rsa di ***. Non poteva comunque più essere seguito a casa, a causa delle sue patologie. La settimana scorsa, l'assistente sociale della struttura *** ci ha "invitato" a cercare un'altra casa di riposo a lunga degenza, perché mio padre non può più stare presso di loro, mi ha fornito una lista di case di riposo da contattare dicendo di specificare che mio padre è ‘alta intensita’ e che ‘non ha diritto alla convenzione sanitaria’, in quanto il punteggio che ha raggiunto è 21 e non 24 (di cui 13 su 14 di punteggio sanitario! Ndr). Mi ha spiegato che loro sono una struttura pubblica, mio padre è lì dal ***, dal *** abbiamo iniziato a pagare la quota giornaliera di € 48,32.

Mio padre è Alta intensità, è allettato, non mangia da solo, non sta in piedi, non è un paziente calmo, il primo mese e mezzo, è stato difficile per loro gestire gli sbalzi umorali. Da qualche settimana gli possiamo dare ogni tanto l'acqua. Purtroppo non sa dove è, non sempre mi riconosce, ormai vive solo nel passato. Ha anche un tumore della pelle da anni, che col tempo peggiora, creando basaliomi ulcerosi.

Mi ha detto che senza convenzione, pagheremo retta piena da privato (circa 100 euro al giorno, ndr). Sia il dottore che l'assistente sociale, mi hanno detto che più ci si allontana da Torino e meno costano le rette mensili nelle case di riposo. Per la convenzione, mi hanno consigliato di "rompere le scatole" agli assistenti sociali di ***, periodicamente, ma mi domando come possa cambiare la situazione sociale di mio padre (punteggio 8).

I miei sono due operai in pensione, se vendiamo la casa di mia madre, per mantenere i costi di una retta piena per mio padre, lei come si manterrà? Cosa farà? Per andare in ***, prende 2 pullman, lei va tutti i giorni per dargli da mangiare, ha quasi 80 anni, con i suoi acciacchi.

Stamane ho scaricato il modulo, come mi avete consigliato di fare, compilato, inviato le raccomandate AR, inviate le lettere normali. A questo punto, che cosa devo fare per avere diritto a questa benedetta convenzione dell’Asl per pagare la retta "agevolata", devo andare in *** e spiegare tutto agli assistenti sociali? Ma chi potrebbe cambiare la valutazione UVG per avere punteggio 24?

Mia mamma è disperata, perché ha paura di rimanere senza soldi, non possiamo economicamente provvedere alla retta mensile piena, si domanda se i soldi finiscono, come vivrà lei... Noi non vogliamo vivere gratuitamente a spese della comunità, ma non siamo in grado di pagare la retta mensile piena. Ci sono due case di riposo private convenzionate, vicino casa di mia mamma, con un solo pullman, potrebbe andare da mio padre, mia madre non ha la patente ed ha anche lei i suoi problemi di salute. Io vivo a ***, lavoro a ***; mia sorella, molto più grande di me, abita a *** e lavora insieme a me. Come posso fare? Vi ringrazio per avermi ascoltato”.

UTM Nichelino