Squilla il citofono. “È lei è il signor…?” “Si, perché?” “Ho i documenti della sua macchina, scende a prenderli?”
Strano, sono alcuni giorni che non la uso, ma rispondo: “vengo subito!”
Nel breve tratto che mi separa dal cancelletto tra me e me rimugino: “questo adesso mi combina qualche brutto scherzo”. Mi porge la cartella, l’apro, c’è tutto: assicurazione, bollo, revisione, libretto. “Ho trovato i documenti su una panchina”, mi dice ed ho pensato di portarglieli”. Desidero compensarla per il generoso gesto”, gli dico io. “Per carità niente, assolutamente niente” e mi saluta.
È accaduto una sera di febbraio fredda e nebbiosa in una città, la nostra, che qualche giorno prima aveva visto tanti giovani coinvolti in una mega rissa
Magù