Cara mamma, il 6 dicembre ci hai lasciati, e in questi tempi in cui tante persone che ti erano care, se ne sono andate da sole, senza il conforto dei propri cari, noi abbiamo avuto il grande privilegio di tenerti le mani ed accarezzarti fino all’ultimo tuo faticoso respiro.
Hai lasciato un grande vuoto, ma anche la tenerezza di questi ultimi anni, in cui tu eri la nostra bambina, e noi ti abbiamo viziata e coccolata, come mai nella tua vita.
Dopo la tua partenza, abbiamo aperto l’armadio e, tra tutte le tue cose da tenere “da conto”, c’era una scatola con scritte, su ogni lato, indicazioni precise:
“ - lenzuolo di Nonna Teresa - mi raccomando!”
Già, il lenzuolo di Nonna Teresa...
Un’umile tela di fine ‘800 con ricami bellissimi e finissimi, fatti sicuramente a lume di candela nelle lunghe sere d’inverno, al calore della stalla. E, forse, usato solo nella prima notte di nozze.
Hai sempre conservato questo lenzuolo con la massima cura e, quando ero bambina, qualche volta me lo facevi vedere. E con il lenzuolo uscivano dalla scatola le lettere che dall’Albania ti scriveva tuo fratello Lorenzo, prima di morire, per una stupida guerra, a 22 anni.
Ricordo le tue lacrime, che cadevano sul lenzuolo, e la tristezza dei tuoi occhi, ogni volta che rileggevi le lettere di quel fratello, tanto amato.
Altri gravi lutti hanno colpito la tua gioventù e in vecchiaia hai dimenticato tanto, quasi tutto, ma il lenzuolo e le lettere fino all’ultimo le hai cercate. Ti chiedo scusa per aver, nell’ultima parte della tua vita, deciso di farle sparire e di distrarti, ogni volta che me le chiedevi, per evitarti tanta sofferenza.
È difficile leggere quelle lettere senza che prenda un nodo alla gola, anche a noi che non abbiamo avuto la fortuna di conoscere Lorenzo, ma tu ci hai insegnato ad amarlo e a ricordarlo sempre. E noi lo faremo, anche ora che il 4 novembre non è più il giorno del ricordo dei Caduti in guerra, ma è diventata la Festa delle Forze Armate. E questo ti aveva causato un altro dolore, perché dicevi, che col tempo, il ricordo dei poveri ragazzi morti per la nostra libertà sarebbe venuto meno...
La tua raccomandazione però è stata messa in pratica. Queste lettere e il lenzuolo sono al sicuro e custodite con la massima cura e faremo in modo che, anche le generazioni future, possano capire l’essenza di questi ricordi e trasmetteremo loro i tuoi insegnamenti.
Tutto il dolore che hai sopportato nella tua giovinezza, provocato da una guerra crudele e da uomini crudeli (tu ragazzina da sola in cascina, con gli animali da accudire, e tanta paura, perché a turno le fazioni in guerra volevano incendiare la cascina per cercare i nemici), ti ha trasformata in una persona con un grande cuore, aperto a tutti, soprattutto a chi era in difficoltà.
Sei stata accogliente, generosa e buona, con tutte le persone che hanno bussato alla tua porta e mai, mai nella tua vita, abbiamo sentito una parola di invidia o di odio per chi ha avuto più fortuna di te.
Ti chiedo un ultimo favore, mamma: veglia su tutti noi e fai in modo che nessuno di noi dimentichi di voltarsi sempre indietro, a tendere la mano a chi in vario modo è in difficoltà.
Grazie Mamma
Anna