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Dom, Dic
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Ancora bullismo in quel di Nichelino

Lettere
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Immaginate un giorno di recarvi normalmente a scuola e di trovarvi di fronte a una scritta, disegnata a caratteri cubitali sull'asfalto
proprio davanti all'ingresso, con il vostro nome, cognome e pesanti illazioni sul vostro conto. Come reagireste?

Sembra paradossale, ma questa è la mia storia.

La scritta ai miei occhi era passata completamente inosservata, data la calca mattutina di ragazzi che aspettano l’apertura dei cancelli per entrare, ma non alle persone che, all’uscita di scuola, mi hanno scritto chiedendomi se l’avessi notata.

Una delle preoccupazioni più grandi che affligge le molte vittime del bullismo è il come affrontarlo e in questi giorni me lo son chiesto anch’io.

Tengo a precisare che mi sto riferendo al “bullismo” impropriamente, poiché gli autori del gesto non frequentano la mia scuola, ma occorre comunque, sottolineare la gravità dell’accaduto.

All’inizio vi ho chiesto come avreste reagito voi, ora vi racconto come ho reagito io.

Innanzitutto con stupore e tristezza, dato che sapevo bene chi era stato e dovetti dimostrarlo, ma successivamente, capito il motivo, mi misi a ridere.

Così ho reagito io. Purtroppo, come si legge sui giornali, la cronaca ci mostra quasi ogni giorno che altri ragazzi reagiscono come Carolina Picchio, “la 14enne novarese suicidatasi a seguito della diffusione in rete di un video dove subiva molestie”. Altri rimangono gravemente traumatizzati, come a Torino, “dove un bambino di soli 11 anni, è stato dichiarato disabile dai medici a causa delle violenze subite da due suoi compagni di scuola”.

E se fossi stata anch’io una di quelle vittime? Avrei voluto essere vicina a molti di questi ragazzini per i quali ormai è troppo tardi; avrei voluto dire loro che nessuno aveva il diritto di determinare le loro sorti, che togliersi la vita non serve a combattere nessuno di questi avvenimenti.

Avrei voluto che qualcuno fosse stato loro vicino come decine di persone hanno fatto con me, riempiendomi di messaggi consolatori un po’ indignati, che paradossalmente se la son presa più di me.

E infine, mi rivolgo a voi lettori, tra i quali possono nascondersi “i miei bulli”. Credete davvero che valesse la pena correre questo rischio? Lì c’è scritto il mio nome, come c’è scritto il nome di tutti coloro che hanno già perso la vita, come il nome dei miei e dei vostri amici, come il vostro...

Giada D’Amario