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Dom, Dic
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Qui si prega per la Pace

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La famiglia Miletto/Prone conserva questo pilone, dedicato alla Vergine Consolata, come un prezioso gioiello, sempre perfettamente curato.


Ha ormai una lunga storia questa cappelletta che dura da quattro generazioni. Inglobata nel muro di recinzione di una casa, si affaccia su via Buffa, un tempo aperta campagna, terra della grande tradizione orticola nichelinese che negli ultimi decenni ha dovuto cedere il passo ai capannoni industriali (… molti ora sono vuoti per effetto della crisi).

Il pilone, il “piliùn” – come ancora oggi lo chiama in dialetto la gente del posto – venne costruito esattamente 70 anni fa, nel 1946. All’interno c’è una statua della Madonna con il Bambino, che è sempre quella di settant’anni fa. Ex voto alle pareti: c’è un quadro dove si vede un aereo che mitraglia; da terra altri soldati rispondono al fuoco; un contadino con il cavallo cerca riparo dietro a un albero; in alto l’effige della Consolata.

E’ la memoria di giorni tragici: figli, mariti e padri in guerra, sparatorie, bombardamenti. “Poco distante da qui, alla cascina Vernea, c’erano i tedeschi e una postazione antiaerea – racconta Lucia Prone, allora bambina – Quando iniziavano a sparare si scendeva in cantina e le donne iniziavano a dire il rosario. Contro la paura masticavamo una caramella alla salvia… una mia zia si portava dietro la bottiglietta del fernet e ad ogni esplosione ne beveva un goccio”. Diversi episodi ci sono dietro a quel pilone: chi uscì illeso da un micidiale mitragliamento, chi alla fine tornò vivo dopo essersi fatto la campagna d’Africa ed essere subito richiamato al fronte, chi sfuggì ai rastrellamenti nascondendosi per i giorni e giorni in un pozzo nei campi dietro a via Buffa.

“Terminata la guerra mio nonno Bartolomeo con altri parenti e abitanti della zona decisero di costruire questo pilone come ringraziamento alla Consolata per gli scampati pericoli”, dice la signora Lucia.

Puntualmente da 70 anni - non ne è stato saltato neppure uno – a metà giugno il cortile dietro alla cappella apre le porte per la Novena della Consolata: ci si ritrova per pregare, per recitare insieme il Rosario e la prima decina è dedicata all’invocazione della Pace, una sera viene anche un sacerdote a celebrare Messa. Alla fine si fa una raccolta di generi alimentari da donare ai poveri, in memoria di Sergio Miletto il marito di Lucia, che abitava in quella casa e che era molto impegnato in parrocchia: un male incurabile l’ha portato via sei anni fa; è spirato proprio la sera conclusiva della Novena, mentre riassettava il cortile e la tettoia.