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In ricordo di Nando Lentini

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Nando Lentini era un volto conosciuto alla Libreria Il Cammello.

Con Angelino Riggio era stato tra i fondatori dell’associazione di volontari che la gestisce e aveva poi contribuito in modo determinante a dare vita al Circolo di Poesia “Di Verso in Verso”. Il signor Nando, 86 anni, se n’è andato per sempreall’inizio di ottobre lasciando la libreria che si affaccia sulla piazza Di Vittorio e gli Amici del Cammello che con commozione e gratitudine lo ricordano come importante punto di riferimento: “sempre pronto a lavorare e a dare una mano, a costruire un nuovo scaffale o libreria, a inventare una nuova soluzione per ogni problema. Hai creduto continuamente nella forza dirompente che la Cultura può generare nelle coscienze e il tuo impegno in questo senso è sempre stato costante e deciso”.

Veniva da distante Nando Lentini e non solo perché era nato a Bengasi, in Libia, nel 1938. A Nichelino c’era arrivato negli anni ’60 in cerca di lavoro, come tanti. Qui però proprio in quegli anni fu anche tra i protagonisti di importanti pagine che appartengono alla storia della città.

Una realtà operaia, salari bassi, in famiglia uno solo che lavora, gli affitti alle stelle sull’onda della speculazione edilizia ogni mese si portavano via circa la metà delle entrate. Era questa la situazione di chi era appena arrivato dal sud Italia in cerca di una vita migliore. “Nando abitava in un condominio di via Carducci - racconta Novaco Sabino, memoria storica della sinistra a Nichelino - Pensate che a quei tempi in molti caseggiati i proprietari degli alloggi avevano installato delle gettoniere al pian terreno. Ogni volta che si usava l’ascensore l’inquilino doveva inserire una moneta da 10 lire”.

Il caro-affitti in quel periodo generò un’ondata di sfratti e la casa per tanta gente divenne un problema, anzi una vera emergenza in una città-dormitorio cresciuta troppo in fretta e senza servizi. Fu in questo clima che Nando Lentini, proprio in via Carducci, formò insieme ad alcuni vicini il primo Comitato Inquilini, forse il primo di quel tipo in Italia, per lottare insieme e tentare di migliorare le cose. L’esperienza si diffuse non solo nella nostra città, ma anche in parecchi condomini di Torino. Questa “lotta per la casa” si allargò con la nascita di tanti altri Comitati Inquilini e a Nichelino culminò nel 1969 con l’occupazione del municipio, segnando anche una svolta politica locale con le giunte del sindaco Marchiaro che avrebbero caratterizzato i decenni successivi. Il famoso “autunno caldo” di quell’anno con le rivendicazioni salariali e la richiesta di maggiori diritti sui luoghi di lavoro fu preceduto proprio dai fatti di Nichelino,

In quel periodo per Nando l’impegno sociale divenne anche impegno politico - ricorda Novaco -! Fu consigliere comunale del P.C.I dal 1970 al 1980. Tra le altre cose mi viene in mente che si oppose a un nuovo insediamento edilizio, dietro a via Carducci, dove c’era e per fortuna c’è ancora un campo da pallone con un pezzo di verde. Questo grazie a lui. A un certo punto Nando perse il lavoro, fu licenziato, aveva ancora i figli piccoli. Non si perse d’animo, rilevò un laboratorio e si mise in proprio, come falegname aveva una grande abilità manuale e spesso la metteva a disposizione per aiutare amici e conoscenti”.

Nando Lentini lascia un bagaglio di ricordi indelebili ai figli e ai nipoti, fatto di impegno, responsabilità, amore per la famiglia e attaccamento al lavoro, come ricorda la nipote Noemi in una lunga lettera scritta a ‘Nonnonando’ qualche mese fa: “Con il tempo ho palpato l’immensità delle tue battaglie, il valore determinato dalla curiosità e dalla perseveranza. Tutto ciò che a scuola non insegnano, perché non basta un libro studiato a renderci persone meritevoli. La cultura è qualcosa di molto più ampio e si coltiva in luoghi di confronto e tra le persone, dove ogni sguardo e affermazione è fonte di crescita e di insegnamento. Questo in parte me lo hai insegnato anche tu, che non hai smesso un attimo di occuparti della cosa pubblica, anche quando gli amministratori potevano essere i tuoi nipoti anagraficamente parlando, anche quando le correnti politiche cambiavano: a te è sempre e solo interessata la concretezza dei fatti. Fare, fare, più che parlare. Niente chiacchiere, solo impegno e generosità. L’essenza della politica… del tuo modo di vederla”.