“Francesco e i suoi fratelli. Una presentazione della lettera del Papa sulla fraternità e l’amicizia sociale”. Il titolo della serata “virtuale” organizzata dall’associazione Chreo Nichelino, martedì 17 novembre, alle 21, in diretta sulla pagina facebook del gruppo e sul canale TriniTube,
fa esplicito riferimento al suo tema: “Fratelli Tutti”, la terza enciclica di Papa Francesco. A raccontarne una parte dei contenuti sarà don Gian Luca Carrega (in alto a destra), docente di Sacra Scrittura alla Facoltà Teologica, autore di testi di divulgazione biblica e direttore dell'Ufficio per la Pastorale della Cultura della Diocesi di Torino. Coordinerà la serata don Filippo Raimondi, cappellano all’ospedale Santa Croce di Moncalieri e figura religiosa nota ai fedeli della comunità nichelinese e della parrocchia Santissima Trinità di Nichelino, dove vive.
Da quando è stato pubblicato il documento del Santo Padre ha invitato alla riflessione sul ruolo che ogni persona ha nei confronti di se stessa e degli altri. L’enciclica si è subito caratterizzata come un approfondimento fortemente calato nella realtà, tessuto sulla trama dei rapporti sociali, generazionali, culturali e razziali. La fratellanza, protagonista in questi otto anni di magistero di Papa Francesco, è declinata nelle sue connotazioni umane e sociali, e l’enciclica segna una nuova tappa nel cammino di evangelizzazione verso “l’amicizia sociale”, base di una vera apertura universale che insegni a vivere in armonia e insieme, in un futuro che non sarà “monocromatico”. L’accento posto sulla fraternità amplia il tema già indicato, con forza, nel “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, siglato ad Abu Dhabi a febbraio 2019, da Papa Francesco e da Ahmad al-Tayyeb, Grande Imam di al-Azhar. Nelle parole del Papa il richiamo al rispetto della dignità umana è potente e importanti sono i riferimenti al ruolo della politica, della “buona politica”. Un tema che non poteva passare inosservato, tra quelli cui è interessata l’associazione nata in ambito cattolico e presieduta da Carlo Colombino.
L’enciclica è una miniera di spunti, stimoli, richiami che toccano profondamente e chiamano in causa, in modo diretto e senza fronzoli, il tema della politica (termine citato almeno 65 volte nel documento, che conta 8 capitoli divisi in 75 paragrafi e 287 commi), intesa come servizio al bene comune, come carità, addirittura come amicizia o amore. Ma, allo stesso tempo, è forte il richiamo alla necessità che venga impresso nell’agire politico un cambio di rotta. «Per molti la politica oggi è una brutta parola, e non si può ignorare che dietro questo fatto ci sono spesso gli errori, la corruzione, l’inefficienza di alcuni politici - si legge in un punto dell’enciclica - A ciò si aggiungono le strategie che mirano a indebolirla, a sostituirla con l’economia o a dominarla con qualche ideologia. E tuttavia, può funzionare il mondo senza politica? Può trovare una via efficace verso la fraternità universale e la pace sociale senza una buona politica?». Poco più avanti torna il richiamo alla «grandezza politica» che «si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine». Con lo sguardo rivolto a quelli che verranno perché la terra «è un prestito che ogni generazione riceve e deve trasmettere alla generazione successiva».
Di fronte a tanti passaggi può essere naturale affermare «anch’io la penso così». Ci sta! La forza dimostrata da Papa Francesco, in questi anni, è quella di intercettare un sentire comune trasversale, di avere tracciato un altro modo di comunicare al mondo. Crediamo, però, che occorra andare oltre. Spetta a ognuno di noi comprendere che bisogna imprimere un cambio di rotta e di prospettiva all’agire politico, che in questo mondo i poveri, gli esclusi, gli emarginati sono sempre più poveri, più emarginati, più esclusi, e che la Terra è un bene che ogni generazione “riceve e deve trasmettere” a chi verrà dopo.
Papa Francesco con le sue parole ci porta oltre, dentro il tema specifico del mistero di una presenza quotidiana, fatta di gesti e azioni concrete, di responsabilità individuale e collettiva, in continua ricerca mai strutturata per sempre.
Chreo Nichelino in questi anni si è interrogata costantemente su questi aspetti, su come l’impegno politico possa diventare un modo di essere non una divisa da ostentare. E l’appuntamento del 17 novembre è una nuova occasione di riflessione, ultima in ordine di tempo tra quelle che l’associazione propone fin dalla sua costituzione. Con lo sguardo su “Frates Omnes” l’associazione guarda alle sue radici e punta a mettere in relazione il documento, e il pensiero che Papa Francesco ha espresso in questi anni, con l’invito all’impegno per il territorio.
Chreo Nichelino