“Spasibo” è stata la parola che più è circolata a Nichelino
Questa volta i protagonisti sono stati i giovani: 10 italiani e 10 bielorussi, accompagnati dai rispettivi insegnanti, che durante le mattinate hanno fatto lezione a scuola, e nei pomeriggi passeggiato per Torino, visitato musei, si sono scambiati doni e lunghe chiacchierate, hanno gustato cibi e condiviso passioni musicali o sportive in un meraviglioso ed organico circolo virtuoso di amicizia.
Una bella definizione di quanto è accaduto in questa settimana ce la fornisce Giorgia, spiegando che “Lo scambio culturale è un’immersione a 360 gradi, in un paese con cultura e lingua completamente differenti dalla propria, dove non solo si visitano diverse città, ma si creano nuovi legami di amicizia che spesso durano per il resto della vita. Le persone che vi ci partecipano sono spinte da una grande forza interiore, per lo più dalla curiosità che le porta ad interessarsi a differenti tradizioni e lingue. Noi abbiamo conosciuto 10 ragazzi fantastici, abbiamo creato qualcosa che non è solo amicizia; abbiamo condiviso tutto: casa, pensieri e tradizioni. Siamo diventati come una famiglia. Anche se ora siamo distanti 1700 km, ci sentiamo vicini attraverso i nostri ricordi che custodiamo nel cuore”.
Sofia precisa qualcosa di non scontato: “I ragazzi accolti sono culturalmente più silenziosi di noi, ma molto educati e rispettosi e alla fine del soggiorno hanno anche manifestato alcune loro emozioni: erano tristi di dover rientrare nel loro paese e questo significa che sono stati bene qui con noi.
È incredibile pensare come siamo diversi e come però, dopo soltanto una settimana insieme, siamo riusciti a comprenderci e ad apprezzare le nostre diversità”.
Tanti sono stati i traguardi raggiunti, che sono andati molto oltre le aspettative, come testimoniano le parole e le emozioni. “Questa esperienza mi è servita per praticare meglio la lingua inglese, conoscere una nuova cultura e creare un legame di amicizia con questi ragazzi”, afferma Sara accompagnata da Federica che aggiunge: “Ksenia è stata più una sorella che un'ospite e spero di rincontrarla al più presto".
Riflette Alessia: “Mi ha fatto molto bene questa esperienza, perché sono riuscita ad aprirmi di più ed essere più sicura di me stessa”. Infine Valeria pone un forte accento sul’aspetto emotivo: “lo scambio mi ha permesso di conoscere una ragazza veramente speciale che ha lasciato un segno indelebile nel mio cuore. Grazie a Lera per aver considerato me, mia sorella e i miei genitori come la tua seconda famiglia!”
Concludiamo quindi con “spasibo”, un grazie profondo alle famiglie ospitanti, alla scuola che si è prodigata per rendere possibile tale esperienza, all’amministrazione comunale che ci accompagna e all’associazione San Matteo che ha creduto e crede nel bene che si moltiplica e che circola anche tra i giovani.
Isabella Alessi