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"Eccomi!": il diacono Sandro a servizio delle parrocchie

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Un nuovo diacono per le comunità di Nichelino: Alessandro Cascio, 56 anni, ha concluso il suo percorso di formazione con l’ordinazione in Duomo da parte dell’Arcivescovo mons. Repole.

Molti nichelinesi hanno partecipato alla celebrazione; nel momento della "vestizione" (nella foto) Sandro è stato accompagnato da don Riccardo Ribella che fino a due mesi fa era parroco a Nichelino e che lo aveva seguito in questi anni di cammino verso il diaconato.

Da qualche decennio, a partire dal Concilio Vaticano II, il diaconato nella Chiesa cattolica non è considerato solo come una tappa verso il sacerdozio, ma può anche essere “permanente” ed è aperto anche agli uomini sposati.

Il diacono può amministrare solennemente il sacramento del Battesimo, assistere e benedire il Matrimonio, presiedere il rito funebre, leggere e spiegare il Vangelo. Fin dalle origini della Chiesa la figura del diacono si pone al servizio della comunità di cui fa parte, con un’attenzione particolare ai poveri ed alle persone più fragili.

“Sin da bambino ho seguito le attività parrocchiali alla Santissima Trinità – racconta Alessandro – Oratorio e campi della gioventù con don Paolo, anche se a un certo punto mi sono un po' allontanato dalla parrocchia. Questa fiammella per il Signore Gesù, però, non si è mai spenta”.  Piano piano questa vocazione si è fatta strada. “Da 30 anni sono sposato con Caterina, dal nostro matrimonio sono nate Francesca nel 1997 e Simona nel 2001. Uno dei passaggi fondamentali della mia vita è stata la conoscenza di suor Lucia, allora responsabile della comunità di accoglienza "Nikodemo" che si occupa del recupero dei tossicodipendenti. Alla Nikodemo io e mia moglie per circa 15 anni siamo stati volontari. In uno dei tanti momenti di dialogo con suor Lucia mi è stato proposto di fare un'esperienza a Lourdes al servizio dei Malati. Questo mio primo pellegrinaggio, sotto una veste nuova al servizio di persone sofferenti, ha ridato ossigeno a quella fiammella che prima si era affievolita e lì ho sentito che il Signore mi chiamava per ‘lavorare nella sua vigna’. Da quel giorno sono passati 18 anni, ho continuato ad occuparmi di pellegrinaggi per malati a Lourdes e delle persone sofferenti nella mia parrocchia”.

Poi il passo decisivo: “quando il Signore chiama fa arrivare il suo messaggio in infinite maniere. Alla fine di una celebrazione in parrocchia il diacono che svolgeva servizio all'altare mi ha proposto di intraprendere il cammino diaconale.  Arrivato a casa, ne ho parlato con la mia famiglia e anche loro hanno risposto con un sì. Ne ho parlato anche con il parroco don Riccardo che è stato molto felice e che mi ha dato utili consigli. Poi don Claudio Baima Rughet, responsabile diocesano per il Diaconato, mi ha spiegato il percorso spirituale e quello di studio all'ISSR - Istituto Superiore di Scienze Religiose. In questi anni per me è stato davvero una guida che mi ha aiutato ed incoraggiato nei momenti di difficoltà”.

Il cammino per diventare diacono è decisamente impegnativo: almeno cinque anni di studi teologici e biblici, un corso di livello universitario e materie come filosofia, diritto canonico, latino e greco con tanti esami da superare. Alessandro arrivava da una formazione tecnica e non è stato semplice rimettersi sui libri; da 35 anni lavora come motorista e si occupa delle sale prova motori in Stellantis…

Però il momento più difficile ha dovuto affrontarlo in quest’ultimo periodo.  Alessandro Cascio ha sempre condiviso con la moglie il suo impegno in parrocchia ed è con lei che ha maturato la scelta di intraprendere il percorso per diventare diacono. “Purtroppo due anni fa - spiega Alessandro - a Caterina hanno diagnosticato una grave malattia degenerativa, la SLA, ed ora lei ha bisogno di tutta la nostra cura ed attenzione. Per me e per le mie figlie è una grande prova, ma siamo certi che il Signore non ci farà mancare il suo sostegno”.

In questi ultimi mesi le condizioni di Caterina sono peggiorate e dunque è stato molto difficile per tutti vivere nella gioia l’evento dell’ordinazione diaconale.

“Ringrazio in primis la mia famiglia per aver condiviso il mio cammino, la comunità della mia parrocchia e i compagni di corso - dice Alessandro - ‘Eccomi’, ora è arrivato il momento del mio ‘sì’ al servizio del Signore e della Chiesa”.

N.C.