Una sentita tradizione della religiosità popolare del mondo cattolico dedica alla Madonna il mese di maggio,
caratterizzato da pratiche, devozioni e processioni per onorare la madre di Gesù. Illustrando il ruolo della Madonna rispetto alla Chiesa, nel 1964 il Concilio Vaticano II affermò che in nessun modo il riconoscimento della funzione materna di Maria deve oscurare l’unica mediazione di Cristo.
La raffigurazione della Madonna della Fiducia, patrona del Seminario del Papa a Roma e della nostra parrocchia, riporta il nostro sguardo, la nostra fede, il nostro vero culto sempre e solo al figlio suo Gesù, il solo e unico Salvatore. È un dipinto profondamente e intensamente Cristologico.
Chi entra nella nostra chiesa a qualsiasi ora del giorno, non può non notare il grande ovale posto dietro l’altare. È il quadro a noi tanto caro della Madonna della Fiducia patrona della nostra comunità parrocchiale. Per un particolare effetto ottico voluto dall’autore, ovunque ci si pone all’interno della chiesa, lo sguardo di Gesù che indica la sua e nostra mamma Maria, ti guarda, ti scruta, ti entra nell’anima.
A Maria Madonna della Fiducia ogni giorno ci rivolgiamo, ma c’è un tempo in cui il pensiero e l’affetto si fa più profondo, solenne e condiviso: è il mese di maggio, in particolare l’ultima settimana. Anche quest’anno. Ancora di più quest’anno, segnato da tanto smarrimento e dolore. Nella prova e nello sbigottimento cerchiamo la mamma. Nella tempesta, come insegnava san Bernardo, cerchiamo Maria: “Seguendo lei non puoi smarrirti, pregando lei non puoi disperare. Se lei ti sorregge non cadi, se lei ti protegge non cedi alla paura, se lei ti è propizia raggiungi la mèta”.
Come spesso abbiamo sentito raccontare da don Paolo Gariglio, allora parroco della SS. Trinità, geniale e provvidente sostenitore della nuova parrocchia al quartiere Castello (venne nominato l’indimenticabile don Domenico Cavaglià come primo parroco nell’ormai lontano 1986) fu l’allora Arcivescovo di Torino, il compianto e venerabile Card. Anastasio Ballestrero a volere dare alla nuova parrocchia il titolo di Madonna della Fiducia perché disse testualmente “è un quartiere che ha tanto bisogno di fiducia e di speranza”.
Sono passati tanti anni e il bisogno di fiducia e di speranza mi pare si sia riacutizzato. Non c’è famiglia che non viva, anche già da prima della pandemia, bisogni e necessità urgenti. Grazie all’impegno e all’encomiabile disponibilità di tante donne e uomini, parrocchiani e cittadini del quartiere, cerchiamo di non permettere che la solitudine e la disperazione abbiano il sopravvento.
Piccoli gesti di solidarietà e di promozione umana, imparati da Maria. È stata proprio lei, la nostra amata Madonna della Fiducia ad insegnarci ad accorgerci di ogni mancanza e di ogni necessità. Lei a Cana fu l’unica a rendersi conto che il vino scarseggiava, fu lei a mettersi in mezzo, ad unire il bisogno degli uomini con la provvidenza di Dio.
Maria ci sprona a tenere gli occhi aperti sulle necessità di chi pur mettendocela tutta, proprio non ce l’ha fa più. Ci chiede di fare anche noi la nostra parte rimanendo, come lei, ai piedi della croce, addolorata, ma ben ancorata alla fede nel figlio suo Gesù Risorto e vivo.
Maria da oltre duemila anni continua a donare una goccia di balsamo sulle ferite più profonde e dolorose di chi invocando il suo soccorso si lascia confortare dalla sua tenerezza.
Don Gian Franco Sivera
Parroco Madonna della Fiducia e San Damiano