14
Dom, Dic
97 New Articles

L'anno di San Giuseppe

Appuntamenti
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

Il vangelo di Matteo al capitolo 1 versetto 18 ricorda: “così fu generato Gesù Cristo; sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe,

prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo”. Giuseppe in ebraico si può tradurre “Dio aggiunga” (si intende altri figli); è un nome molto diffuso in Israele.

Né Matteo nè Luca dicono nulla sull’età di Giuseppe e Maria fidanzati: la legge ebraica di quei tempi stabiliva che una ragazza per sposarsi doveva avere dodici-tredici anni, mentre un ragazzo si sposava al compimento del diciottesimo anno di età. La prassi matrimoniale ebraica era divisa in due momenti: la prima era una promessa ufficiale davanti a testimoni (che chiameremmo fidanzamento) e che legava i due giovani come se fossero già sposati ma non ancora conviventi. La seconda, un anno dopo, in cui la sposa, dopo la celebrazione in sinagoga, si trasferiva a casa dello sposo con grandi feste. Matteo nel suo vangelo ci fa presente che è proprio durante questo anno che Maria resta incinta. “Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto”.

Scive il biblista Carlo Miglietta: “per gli ebrei il ‘sadoq’ (giusto) è colui che ha una relazione armoniosa con Dio e con i fratelli, che vive rapporti di cordialità e benevolenza con tutti gli altri abitanti del villaggio. La ‘sedaqah’ (giustizia) è essenzialmente la solidarietà con la comunità”. Non è, come intendiamo noi, l’obbedienza alla legge. Il nostro Giuseppe promesso a Maria viene chiamato “uomo giusto” perché si oppone alla legge che stabilisce la condanna della fidanzata trovata infedele.  Così diceva la Torah: “se la giovane non è stata trovata in stato di verginità, allora la faranno uscire all’ingresso della casa del padre e la gente della sua città la lapiderà a morte…”

Bisogna anche dire che ai tempi di Gesù era molto più diffusa una norma più moderata che imponeva il ripudio, cioè si andava dal giudice con due testimoni, il giudice scriveva la sentenza di divorzio che lo sposo poi consegnava alla moglie la quale doveva abbandonare la casa e gli eventuali figli. Ma Giuseppe non fa neanche questo… pensa di ripudiarla in segreto, senza clamore lasciandola libera ed evitandole scandali. Mentre però sta organizzando il da farsi “gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Il bambino che è in lei viene dallo Spirito Santo …lo chiamerai Gesù”. Per il mondo biblico “dare il nome” significa assumere la paternità di un figlio e le relative responsabilità. “Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa”, cioè, viene da pensare, accelerò tutte le pratiche del matrimonio e nel giro di due giorni organizzò la cerimonia in sinagoga e la portò a casa sua, senza che i compaesani si accorgessero di nulla, come una normale coppia di sposi.

Dopo questi versetti il nostro Giuseppe compare ancora poche volte nei vangeli, come quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto”. L’ultima volta che Giuseppe è nominato nei Vangeli ormai Gesù ha trent’anni e dopo essere stato tentato nel deserto torna a Nazareth con i primi discepoli, entra in sinagoga e commenta il brano biblico del sabato e suoi concittadini stupiti si chiedono: “da dove gli viene questa sapienza e questi prodigi?   Non è egli forse il figlio di Giuseppe il falegname? E sua madre non si chiama Maria. E suoi fratelli e le sue sorelle non stanno tutte fra noi?”

Dei fratelli di Gesù parleremo il mese prossimo, ma dopo questi versetti il nostro Giuseppe scompare, il che ha indotto alcuni biblisti a concludere che fosse morto prima che Gesù iniziasse la sua vita pubblica, ma che fosse ancora vivo quando Gesù aveva 12 anni.

Invece nei vangeli apocrifi dell’infanzia di Gesù la figura di Giuseppe è trattata con maggiore ampiezza: secondo il vangelo di Tommaso (2° secolo d.C.) Giuseppe è un anziano vedovo, la cui sposa Salomè gli ha dato molti figli e figlie. Per accudirlo nella vecchiaia gli viene data in moglie la giovane Maria (… badante ante litteram) dalla quale, per opera dello Spirito Santo, nascerà Gesù. Il protovangelo di Giacomo (circa il 150 d.C. ) racconta che Maria vive nel Tempio a Gersusalemme “quando compì dodici anni i sacerdoti dissero: che faremo di lei?Un angelo apparve al sommo sacerdote gli disse: esci e chiama a raccolta i vedovi del popolo, ciascuno porti un bastone e di colui al quale il Signore darà indicazione con un segno, ella sarà sposa”. Arrivano i vedovi e dal bastone di Giuseppe  “ecco una colomba uscì e si posò sul suo capo. Giuseppe si schernì dicendo: ho già figli e sono vecchio”. Ma viene convinto, così si porta Maria a Nazareth.

Per finire l’apocrifo “Storia di Giuseppe il falegname” (V secolo d.C.) dove compare Gesù stesso a raccontare la vita, le opere e la morte del padre: “il totale dei giorni della vita di mio padre Giuseppe, il benedetto vegliardo, fu di centoundici anni… quando ebbe esalato il suo spirito, io lo baciai, gli angeli presero la sua anima. E ora ascoltate vi voglio raccontare la vita di mio padre Giuseppe, il vecchio falegname benedetto, era un giusto che glorificava Dio in tutte le sue opere”.

Che così si possa dire anche di noi!

Enrico de Leon