Confermato il viaggio di Papa Francesco in Iraq, in programma dal 5 all’8 marzo in Iraq.
Alle incertezze dell’evoluzione della pandemia si aggiunge una situazione sempre tesa nell’area mediorientale, ma questo viaggio è in cima alla lista delle mete previste dal successore di Pietro. Papa Francesco ci tiene tantissimo “per dare coraggio a questi cristiani e invitarli a continuare a dare la loro testimonianza nonostante le difficoltà”.
In questi ultimi anni la Chiesa in Iraq ha pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane e persecuzioni. A seguito dei conflitti che hanno insanguinato la regione la comunità cristiana si è ridotta ai minimi termini; in molti sono stati costretti a fuggire. Privati di tutto, i cristiani iracheni sono diventati profughi o sfollati.
Le tappe previste del viaggio papale: Bagdad, Ur (la terra da cui proveniva Abramo), Erbil, Mosul e Qaraqosh nella piana di Ninive. Francesco desidera ardentemente incontrare la popolazione di questo martoriato Paese
Vent’anni fa i cristiani in Iraq erano quasi un milione e mezzo, adesso sono rimasti i 300.000. Tanti risiedevano nella piana di Ninive, per lo più erano agricoltori e vivevano pacificamente in un paese a maggioranza mussulmana, ma poi il Daesh, lo stato islamico, ha deciso di spazzarli via. Adesso qualcuno ha deciso di rientrare e ha ricominciato una faticosa opera di ricostruzione.
Il viaggio in Iraq era già nei desideri di Giovanni Paolo II, era stato programmato nel 1999, ma successivamente era sfumato per il precipitare della situazione internazionale. All’inizio di questo marzo 2021 il sogno di Francesco si realizza.