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Dom, Dic
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Disarmare i cuori e le parole

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- di don Davide e don Alberto -
In un tempo segnato profondamente

dall’incertezza e dalla paura della guerra, in cui sembra che alcuni figli di questa umanità abbiano perso il lume della ragione e il senso della storia, è importante ricordare che nei periodi più bui sono anche fioriti uomini e donne di straordinaria bellezza, per la loro umanità. Questi individui, da soli, si sono fatti carico di scrivere nuove pagine. Con pochi mezzi, armati (…oggi un termine di moda) solo di una manciata di valori non negoziabili, hanno smosso montagne di indifferenza, prendendosi cura dei piccoli e degli ultimi. Hanno svolto il loro compito talmente bene che ancora oggi parliamo di loro. Non hanno governato nazioni, troppo umili per farlo, ma sicuramente hanno parlato e dato speranza a innumerevoli cuori. Pensiamo ad esempio ai tanti santi piemontesi più recenti o a San Francesco d’Assisi e alla spinta che ha saputo dare alla società del suo tempo. Non possiamo non credere che anche in questo periodo siano all’opera anime sante, illuminate, pronte a spendersi per questa umanità ferita.

Questo può essere il momento giusto per sperimentare modalità nuove di stare insieme, per scatenare la fantasia creativa e per vivere valori comuni, come comunità parrocchiali e come cittadini di Nichelino.

Abbiamo cercato di trasmettere quest’anno la nostra voglia di stare vicini e di riscoprire il gusto dei momenti condivisi. Dalle Officine di Comunità alle ultime iniziative nate, come le Officine di Pace e le Officine di Spiritualità, abbiamo trasformato le nostre comunità in una specie di cantiere. Le impalcature sono solide e gli operai determinati, perché c’è una storia che ci precede, ci parla e racconta un passato di relazioni, di amicizia e di valori condivisi che non vogliamo perdere.

Le Officine di Spiritualità, come molte delle iniziative proposte dalle nostre parrocchie, ci riportano alla cura di quel mondo interiore che custodisce tesori preziosi, in attesa di essere scoperti. In questa prima edizione ci siamo fatti aiutare dalle parole di padre Roberto Pasolini e dalle sue riflessioni proposte alla Curia di Roma. Si è parlato di vita eterna, di morte, di risurrezione e di speranza. Non per celebrare la morte o per aumentare la paura e il senso di incertezza, ma per esaltare invece il dono della vita e il desiderio di viverla in tutta la sua bellezza, nella vera libertà e nella pace.

Anche di pace si è parlato; i due cammini viaggiano insieme, perché se si vuole parlare di pace, bisogna prendersi cura del cuore dell’uomo. Se si vuole parlare di disarmo, i primi a dover essere disarmati sono i cuori. È necessario disinnescare l’odio, il rancore, la violenza e l’indifferenza; bisogna rieducare il linguaggio, disarmare un linguaggio spesso aggressivo e violento.

Nella settimana che precedeva la marcia della pace, abbiamo intrapreso un cammino con le comunità, con i bambini del catechismo e con le coppie di sposi e di fidanzati radunati per una serata di preghiera.

La vita spirituale è quel processo attraverso il quale ci si prende cura del nostro cuore, dove si impara ad ascoltare le forze che si muovono dentro di noi, a riconoscere i sentimenti e a dar loro un nome, dove il cuore viene educato alla pace. Ci si apre all’ascolto dello Spirito di Dio, che è spirito di vita, mai spirito di morte.

Nella storia queste anime illuminate, richiamate all'inizio della nostra riflessione, sembrano essere quelle che hanno coltivato una vita spirituale importante, che non ha tolto nulla al “fare”, ma lo ha riempito di significati profondi. Madre Teresa di Calcutta dava tantissimo spazio al silenzio e alla preghiera, lasciando al silenzio il compito di far risuonare in lei parole di speranza e di pace, di una forza tale da non lasciare indifferenti neanche i non credenti.

In ognuno di noi ci sono le potenzialità per diventare uomini e donne significativi nella costruzione di una civiltà più equilibrata. Le officine di spiritualità sono state un primo tentativo per rimettere al centro la preghiera, la Parola di Dio e la preghiera condivisa, con la speranza che nasca sempre di più il desiderio di vivere insieme altri momenti come questi.

Don Davide e don Alberto
Parroci di Nichelino