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Dom, Dic
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Bibbia per tutti - In fuga dal disastro

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I due angeli arrivati a Sodoma per vedere di persona com’era la situazione, ospiti di Lot e ambiti da tutti gli abitanti della città,

hanno appena salvato Lot dal linciaggio, perché si era opposto ai piani dei concittadini.

Lo hanno tirato per il colletto dentro casa e qui finalmente lo mettono a conoscenza dei loro piani: “stiamo per distruggere questo luogo…su, prendi tua moglie e le tue due figlie, per non essere travolto nel castigo della città” (Gen. 19,13-15). Ma Lot è incerto, indugia ancora una volta, è restio a credere e allora… guardate la tenerezza di Dio, anche nei confronti di chi ha poca fede: “i due angeli presero per mano per mano lui, sua moglie e le sue due figlie per un grande atto di misericordia del Signore e li condussero fuori dalla città”. Dio che ti prende per mano e che ti guida verso la salvezza! Ti scorta fuori dai problemi.

Dal diluvio si salvarono otto persone, qui a Sodoma sono solo quattro a scamparla, segno che il male che l’essere umano è capace di compiere è sempre più grande. E purtroppo mai come di questi tempi ce ne rendiamo conto. Giunti fuori dalle mura di Sodoma l’angelo dice a Lot: “scappa, non guardarti indietro e non fermarti dentro la valle…fuggi per non essere travolto”.

Il consiglio di non voltarsi indietro a due significati

  • L’uomo non può, non deve vedere la divinità mentre sta operando.
  • L’uomo non deve avere ripensamenti, quando Dio gli cambia la vita, lo chiama e lo guida o lo manda in missione.

Anche Gesù dirà lo stesso. “nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio” (Lc. 9,62) e “chi avrà lasciato le sue cose in casa non torni a prenderle e chi si troverà nei campi non torni indietro” (Lc. 17,31). Andate a rileggervi tutto questo capitolo del Vangelo…

Ma Lot da piccolo uomo qual è ancora una volta deve dire la sua, perché non vuole scappare troppo lontano sulle montagne intorno al Mar Morto, quasi come dire… tanto non riuscirò a fuggire fin lassù e chi ce la fa? Vivendo in città sono molto ingrassato, ho preso un colpo giocando a calcetto… “Ecco quell’altra città è abbastanza vicina per rifugiarmi – specifica Lot - Lascia che fugga là. Quella città si chiama Soar”

Lot non vuole andare verso il deserto, non vuole tornare ad essere un seminomade come lo zio Abramo, ormai è diventato un cittadino e vuole continuare ad esserlo in una piccola città di nome Soar (dall’ebraico sa’ir, aggettivo che appunto significa piccolo) e Dio gli concede anche questo. E così Lot dall’animo piccolo vi arriva. A questo punto “il Signore fece piovere dal cielo sopra Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco… distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti e la vegetazione del suolo” (Gen. 19, 24-25).

Probabilmente il nostro racconto vuole ricordare un cataclisma realmente avvenuto nell’antichità che ha distrutto e reso desertico il territorio a sud del Mar Morto, forse un terremoto e un’eruzione con incendi e scoppi a catena a causa del bitume, del gas e del petrolio di cui era ed è ancora oggi ricco il sottosuolo. Gli scavi compiuti nella regione hanno mostrato che nel terzo millennio avanti Cristo lì c’era acqua potabile a sufficienza per permettere insediamenti umani e pascoli per le bestie. Poi nel secondo millennio si verificò uno sprofondamento del territorio che fu sommerso da acque salate rendendo la zona arida e inabitabile.

Sentendo il rumore della catastrofe “la moglie di Lot si voltò indietro per guardare e divenne una statua di sale” (19,26). Intorno al Mar Morto a causa della forte erosione non è raro trovare colonne simili a statue di salgemma che si sfaldano con il passare tempo e, spiega il biblista card. Ravasi, “qualcuna pare il profilo di una donna, ancora oggi sulla strada che porta alla moderna Sodoma, posta a 396 metri sotto il livello del mare, si incontra una colonna di sale detta “la moglie di Lot”.

Lo storico romano-ebreo, Giuseppe Flavio, 1° sec. d.C, nel suo primo libro sulle “antichità giudaiche” afferma di aver visto la statua di sale della moglie di Lot. Un midrash (racconto) rabbinico tende ad assolvere in qualche modo il comportamento della signora Lot che “non poté trattenersi: spinta dall’amore materno si voltò per vedere se le figlie li stessero seguendo. Vide la shekinah (cioè la presenza, l’agire di Dio) e si trasformò in una statua di sale che esiste ancora oggi”.

Il racconto della fine di Sodoma si conclude con il ritorno di Abramo che era rimasto sulla montagna dove aveva trattato con Dio. “Di buon mattino contemplò dall’alto tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra come il fumo di una fornace”. Abramo capisce che Dio non ha trovato i dieci giusti, ma anche “che quando distrusse le città Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe”.

Povero piccolo Lot… è merito di Abramo se si è salvato con le figlie quindi - penseremmo noi - ora correrà dallo zio a ringraziarlo e a chiedere protezione. Invece si metterà ancora nei guai, come vedremo la prossima volta.

Buona Bibbia a tutti1

Enrico de Leon