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Dom, Dic
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Cosa accadde a Sodoma?

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Avevamo lasciato Abramo a discutere con Dio sul numero dei giusti.

Se fossero almeno stati dieci avrebbero salvato le città di Sodoma e Gomorra. Mentre i due discutevano, i messaggeri-angeli, “andarono verso Sodoma e arrivarono sul far della sera” (Gen. 19,1).

Facciamo un breve calcolo: intorno a mezzogiorno erano a Ebron a casa di Abramo e Sara a fare un lauto pranza, poi salgono su un colle a vedere il panorama e intorno alle due di pomeriggio partono per Sodoma dove arrivano verso sera. In quattro ore hanno fatto 50 chilometri a piedi tra deserto, monti, rocce e il lungomare del Mar Morto che non è certo un cammino facile! Angeli maratoneti, quando nessuno li vedeva, volavano?

Comunque sia “Lot stava seduto alla porta della città. Non appena li ebbe visti, si alzò e andò loro incontro”. Ve lo ricordate Lot? È il nipote di zio Abramo, quello che aveva scelto di vivere in città e di abbandonare la vocazione di pastore seminomade. Da altri libri dell’Antico Testamento sappiamo che la porta della città era il posto dove gli abitanti si incontravano di sera, ossia diremmo oggi… il luogo della movida; durante il giorno vi veniva amministrata la giustizia e al pomeriggio vi si teneva il mercato cittadino. Quindi i due angeli vanno a colpo sicuro. Se vuoi incontrare i cittadini di Sodoma, vai verso sera alla porta principale della città. Qui sono attenzionati dal nostro Lot che, come aveva fatto lo zio, offre loro ospitalità: “miei signori, venite in casa del vostro servo, vi passerete la notte, vi laverete i piedi e poi domattina continuerete il vostro cammino”. Lot non ha dimenticato le buone usanze dei nomadi e convince i due messaggeri a seguirlo. “Entrarono nella sua casa ed egli preparò per loro un banchetto”. Beh, dopo cinquanta chilometri a piedi un po' di appetito dovevano averlo … è il secondo banchetto in poche ore per i due angeli che, abituati a nutrirsi solo di manna, avranno certo apprezzato! Ma una serata che sembrava tranquilla improvvisamente si complica: “ecco che gli uomini della città si affollarono intorno alla casa di Lot, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo (…quindi non ci sono nemmeno i dieci giusti) Chiamarono Lot e gli dissero: dove sono i due uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire, perché possiamo conoscerli!” (Gen. 19, 4-5)

Vabbè, che c’è di male? Il verbo ebraico “jadà” significa conoscere carnalmente, vi ricordate? “Adamo conobbe Eva che concepì e partorì Caino” (Gen. 4,1). L’ultima traduzione della Bibbia della CEI infatti traduce il versetto in questione così: “falli uscire, perché possiamo abusare di loro!” Il commentatore Gunkel dice: “evidentemente dobbiamo immaginare i due messaggeri divini come giovani nel fiore dell’età, la cui bellezza eccitò particolarmente gli istinti degli abitanti di Sodoma”.

Sicuramente alla porta della città erano stati notati… Anvedi, che carini quei due. E qui mi autocensuro per non incappare nel politicamente scorretto.

Sarà proprio questa richiesta a provocare la distruzione di Sodoma. I commentatori avanzano diverse ipotesi sulla colpa dei sodomiti che vi riassumo in breve.

1) La condanna dell’omosessualità, come è riportato nel libro del Levitico: “non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna: è cosa abominevole”. “Se uno ha rapporti con un uomo, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte”, condanna a morte che ancora oggi è prevista in alcuni paesi islamici.

2) La condanna per la violazione della legge sacra dell’ospitalità così fondamentale a quei tempi nel mondo mediorientale.

3) Scrive il biblista Card. Ravasi: “L’autore vuole condannare in questo modo anche i culti idolatrici cananei prima e poi babilonesi e dei greci che comprendevano l’omosessualità sacra. Attraverso il sacerdote o la sacerdotessa di Baal o di Astarte e di Venere (detti dalla Bibbia prostituti o prostitute sacri) ci si illudeva, attraverso rapporti sessuali, di entrare in contatto con la divinità”.

Ma torniamo a noi. Lot tenta di trattare: “no, fratelli miei, non fate del male! Sentite, io ho due figlie che non hanno ancor conosciuto uomo, ve le porto fuori e fate loro quello che vi piace, ma non fate nulla a questi uomini che sono miei ospiti!” Ma neanche questa proposta di Lot viene accettata, proposta che a noi sembra abominevole, ma che ci ricorda da un lato la sacra legge dell’ospitalità (… e qui Lot pare l’unico giusto della combriccola). D’all’altro lato ci fa pensare al ruolo che avevano le donne a quei tempi: un oggetto che si compra e si vende, come purtroppo ancora avviene in tante parti del nostro mondo moderno e civile. Gli abitanti di Sodoma stroncano Lot: “ma va via, sei venuto qui come straniero e vuoi fare il giudice? Ora faremo a te peggio che a loro”. Tra i tanti peccati di Sodoma c’è anche quello di vessare e maltrattare lo straniero che vive presso di te, uno dei peccati più gravi secondo la Torah.

“Allora dall’interno i due angeli trassero in casa Lot e chiusero la porta”. Povero Lot, voleva salvare i suoi ospiti, ma sono loro a salvare lui! Inoltre “colpirono di cecità gli uomini che erano fuori dalla porta”. La luce è uno dei simboli di Dio: essa illumina il giusto e acceca l’empio. Ora che è tornata un po’ di calma i due angeli possono chiarire la loro missione…Lo vedremo la prossima volta!

Enrico de Leon