Dopo aver visitato Abramo, Dio e i due angeli che lo accompagnano “si alzarono e se ne andarono
a contemplare Sodoma dall’alto (cioè dalle montagnole che circondano il Mar Morto), mentre Abramo era con loro” (Gen. 18,16). Da buon ospitante Abramo fa loro da guida nel deserto. Intanto Dio riflette in silenzio, se sia il caso che il patriarca venga a conoscenza delle sue decisioni: “devo tenere nascosto ad Abramo ciò che sto per fare?” Ma poi si confida, perché “Io t’ho scelto”, in ebraico “je dà tiw”, che significa “perché è il mio amico intimo a cui non si nasconde nulla”.
“Disse il Signore: il grido di Sodoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave, voglio scendere a vedere… voglio sapere”. Il motivo dell’agire di Dio è questo grido, questo lamento così grande che è giunto fino a lui e per questo va a sincerarsi della situazione. A questo proposito il biblista card. Ravasi scrive che qui Dio si comporta chiaramente come un giudice da cui ci si aspetta che raccolga una denuncia per verificarne l fondatezza. Questo grido dei poveri e degli oppressi lo troviamo tantissime volte nella Bibbia: “il grido degli israeliti dalla schiavitù salì fino a Dio” (Es. 2,23), Dio li ascolta e manda Mosè a liberarli. Oppure: “la voce del sangue di tuo fratello grida verso di me” (Gen. 4, 10), Dio ascolta e punisce Caino. O ancora: “Samuele alzò grida al Signore per Israele e il Signore lo esaudì” (1 Sam. 7,9) e salvò il popolo dai Filistei.
Non solo Dio ascolta il grido di chi chiede giustizia, verità e libertà, ma anche noi uomini dovremmo farlo. Al grido dell’oppresso risponde sempre il chinarsi di Dio verso di lui per ascoltare, accogliere, intervenire. Ho come l’impressione che noi credenti gridiamo poco di fronte a ciò che sta avvenendo nel mondo presente. Eppure urliamo verso Dio la nostra indignazione e chiediamo un suo intervento. Come? Lo vedremo subito…
I due angeli-messaggeri scendono quindi verso Sodoma per andare a verificare, mentre Dio e Abramo iniziano una lunga discussione sull’eventuale numero di persone giuste che possono abitare a Sodoma: “davvero sterminerai il giusto insieme all’empio? Forse ce ne sono cinquanta che si trovano là… Rispose il Signore: se troverò cinquanta giusti perdonerò”. Va avanti così una lunga trattativa in tipico stile mediorientale, per cui si scende da 50 a 20 e poi a 10 giusti: il numero che simbolicamente indica la pienezza. Ma nella tradizione ebraica delle sinagoghe, valida anche oggi, 10 è anche il numero minimo di persone per permettere la celebrazione della preghiera del sabato e di qualsiasi altra festa. La comunità per essere tale e presentarsi davanti a Dio deve contare su 10 unità, se ce ne sono meno non si fa nulla e così per Sodoma, se manca il numero minimo, può essere distrutta…
Ma in fondo Abramo si chiede: ha più peso il cattivo comportamento di molti o il piccolo resto, la minoranza che si comporta bene? È più potente allo sguardo divino il granello di senape, il lievito del bene o il grande male? Si intuisce da questi versetti che Dio è pronto a valutare più il bene, anche se è una minima quota, perché il suo amore è superiore al castigo. Sostengono alcuni commentatori: “nasce da qui un concetto teologico che verrà sviluppato con il Cristianesimo. Il bene compiuto da pochi può essere più forte del male compiuto da molti. Con il sacrificio di uno solo, Gesù, si sarebbe ottenuta la salvezza non per una città, per un popolo, ma per tutta l’umanità”.
Abramo si presenta come l’intercessore, colui che chiede misericordia a Dio per i peccatori: come lui anche Mosè dopo il peccato di Israele con il vitello d’oro e infine Gesù: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”.
La realtà che vediamo ogni giorno è molto simile a una Sodoma globale. Questo capitolo della Genesi ci fa capire che dobbiamo pregare, gridare a Dio affinché abbiano la meglio quei pochi 10 giusti che vogliono la pace, la giustizia, l’uguaglianza.
Ci saranno più di 10 giusti in Russia, in Israele, in Plestina, in Iran… e in tante altre parti del mondo? È forte la voglia di dire a Dio “Signò, trattali come Sodoma”, ma ricordiamoci dei giusti, dei costruttori di pace e degli innocenti che vivono in mezzo a loro. “Tutti hanno peccato, ma sono giustificati gratuitamente per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù” (Rom. 3), ci ricorda San Paolo.
Giunti a un accordo Dio se ne va e Abramo torna a casa. Intanto i due messaggeri sono alla porte di Sodoma… cosa succederà lo vedremo a settembre.
Buona estate e Buona Bibbia a tutti!
Enrico de Leon