Figlio di una terra assai povera, era nato nel 1891 a Pieve Tesino nel Trentino ancora soggetto all’Austria.
Si forma nel movimento cattolico, frequenta l’università a Vienna ed è presidente degli universitari cattolici. Nel 1911 entra nel parlamento austriaco come rappresentante della minoranza italiana.
La fede cristiana di De Gasperi è frutto di una profonda maturazione interiore intensamente vissuta. Intanto prosegue l’impegno politico nel Partito Popolare. Quando don Sturzo è costretto ad abbandonare il partito anche De Gasperi, dopo il delitto Matteotti, abbandona ogni illusione di “normalizzazione” del fascismo. Nel 1927, accusato di espatrio clandestino, viene arrestato e condannato a quattro anni di reclusione.
Le “lettere dalla prigione” inviate alla moglie, raccolte poi in un volumetto, danno la misura della profondità del suo pensiero religioso. Gli fa compagnia il libro di Giobbe che lo aiuta ad entrare nella profondità del dolore; sarà di aiuto nella vita pubblica e sovente nei suoi discorsi cita la Bibbia. Uscito di prigione si mantiene lavorando nella biblioteca vaticana. Lo stipendio non è un granché e fatica a mantenere la famiglia. Tra il 1933-38 scrive sul giornale “Illustrazione vaticana”; con lo pseudonimo di Spectator segue e commenta le vicende europee e trae la convinzione che in Italia, come in Germania, la democrazia si trova travolta dallo scontro tra fascismo e comunismo e che quindi la ricostruzione democratica deve fondarsi sul superamento di quelle due alternative e su un forte schieramento di centro.
Oggi gli storici riconoscono l’importanza delle riforme realizzate dal centrismo degasperiano: la riforma agraria, la cassa del mezzogiorno, la riforma fiscale. De Gasperi ebbe un ruolo decisivo nella fase preparatoria della Costituzione Italiana di cui quest’anno ricorre il 75° anniversario.
La notizia della morte corse rapida per l’Italia e per il mondo. Era la mattina del 19 agosto 1954: lo statista che aveva guidato il Paese negli anni della ricostruzione era uscito di scena. Nell’intuizione popolare la sua immagine era già grande per l’opera svolta, per le lotte affrontate, per le dolorose prove sostenute, ma crescerà ancora con il trascorre del tempo.
Marcello Aguzzi