La seconda parte del libro “In principio” (Genesi) ci racconta l’inizio e lo sviluppo della storia del popolo di Israele
Il fulcro delle narrazioni sui padri di Israele sono le promesse di Dio di cui i patriarchi sono i beneficiari e i custodi: ciò che vivono ruota intorno alle parole e alle promesse di Jhwh, la divinità che si rivela e parla con loro. I capitoli dal 12 al 50 si dividono in tre epopee che raccontano il percorso di Abramo, di Giacobbe e infine di Giuseppe. Tutte e tre le epopee iniziano con la formula “questa è la genealogia di…”. Secondo la maggior parte dei commentatori le vicende che le storie dei patriarchi ci presentano si dipanano in un arco di tempo di circa 150 anni (più o meno dal 1850 al 1700 avanti Cristo) e raccolgono racconti che appartengono a molte tradizioni letterarie del nord e del sud di Israele, poi raccolte e rielaborate dopo l’esilio babilonese (600 a.C). Ecco perché ci sono molte ripetizioni, racconti simili e inesattezze storiche come vediamo ad esempio al capitolo 21, dove si dice che Abramo emigrò nel paese dei Filistei, popolazione che occupò la costa di Israele molto tempo dopo, circa nel 1200 a.C.
“Il Signore disse ad Abram ‘vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre” (Gen 12,1). Inizia così il ciclo di Abramo (il suo nome significa grande padre), ma noi apprendiamo al capitolo precedente che il nostro patriarca è un discendente di Sem, il figlio preferito di Noè e che viveva in Mesopotamia a Ur in Caldea, un pò più a sud di Babilonia: “Terach generò Abram, Nacor e Aran. Aran generò Lot. Aran poi morì nella sua terra natale in Ur dei Caldei. Poi Terach prese Abram, sua moglie Sarai e Lot e uscì con loro da Ur dei Caldei… Arrivarono a Carran (n.d.r nell’odierna Turchia del Sud) e vi si stabilirono… Terach morì a Carran” (Gen. 11,27-32).
A Carran Dio appare ad Abramo e gli ordina di partire di nuovo, ma è vago: “verso la terra che Io ti indicherò”. Dove? Abram è chiamato a fidarsi ciecamente, lasciare le sicurezze dell’oggi verso un domani nebuloso, in cui sarà migrante, pellegrino… La fede è mettersi in viaggio, sospinti solo dalla fiducia del Dio che chiama verso una meta, forse diversa da ciò che si era sognato…. Ma, come? Proprio ora che su netflix c’è la mia fiction preferita… e se poi laggiù non prende il cellulare...?
Invece “subito Abram partì come gli aveva detto il Signore e con lui Lot”, senza riserve o resistenze. Il testo sottolinea ancora una cosa: vi ricordate il racconto della creazione quando Dio “divide – separa” luce e tenebre, terra e oceano? Bene, Dio ora chiede ad Abramo di fare stesso: operare nella sua vita una divisione, una separazione della sua casa, della sua terra; è chiamato a compiere lui una creazione, a dar vita a qualcosa di nuovo così come Dio aveva fatto “in principio”. Il credere senza riserve crea sempre qualcosa di nuovo, di migliore, di sconvolgente per la mentalità del mondo come le opere di tanti santi ci insegnano.
E Abram parte… avete notato che non dice una parola? Parlerà al versetto 11con la moglie Sarai, ma qui sta zitto: a parlare è solo Dio e il creato tace. Lui parte in silenzio senza ribattere e chiedere lumi o rassicurazioni, come faremmo noi, come faranno Mosè (“chi sono io per andare dal faraone… sono balbuziente… non so parlare!”) e Geremia (“ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare, perché sono giovane, manda qualcun altro!”), per non dire del profeta Giona che parte verso la parte opposta a quella che Dio gli aveva indicato costringendo Dio a rincorrerlo per giorni.
Abramo invece è l’emblema della fede pura e assoluta che non cerca segni o conferme, ma fa, obbedisce, si mette in cammino. Anche Gesù è stato un maestro itinerante, si muove per tutta la Palestina anche in territorio ostile come la Samaria, come le città fenicie, fa tre viaggi a Gerusalemme e chiede a chi lo segue di fare come lui, di mettersi in cammino: “le volpi hanno le loro tane, gli uccelli del cielo il loro nido, ma il figlio dell’uomo non ha nemmeno dove posare il capo”. (Lc 9,58).
Il cristiano è chiamato ad essere pellegrino, non può attaccarsi a nulla quaggiù, perché la Parola può chiederti di partire come Abramo. I primi credenti all’inizio del Cristianesimo erano chiamati i “discepoli della via”, la Chiesa è nata e si è diffusa proprio perché, come Abramo, in tanti hanno lasciato la propria terra, le proprie sicurezze e si sono messi in cammino a portare la Parola e la benedizione. Difatti Dio dice ad Abram di partire e “possa tu essere una benedizione… in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra” (Gen 12, 2-3). Da qui ripartiremo il mese prossimo.
Buona Bibbia a tutti!
Enrico de Leon