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Dom, Dic
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Bibbia per tutti - Da dove venivano i Magi?

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Secondo il racconto di Matteo, poco prima del Natale di Gesù un fenomeno celeste non previsto

mette in moto dal lontano Oriente un gruppo di astrologi che si dirigono verso la Galilea.

“Alcuni Magi vennero da Oriente e dicevano – Dov’è colui che è nato, il re dei giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella” (Mt 2, 1-2). Dagli scribi esperti di Antico Testamento presso il palazzo di quel pazzo furioso di Erode (ne abbiamo parlato il mese scorso) erano poi venuti a sapere che probabilmente il luogo dove cercare era Betlemme (per via di una profezia di Michea 5,1). Quindi “essi partirono. Ed ecco la stella che avevano visto spuntare li precedeva e lì si fermò dove si trovava il bambino. Al vedere la stella provarono una gioia grandissima”.

Gli studiosi hanno cercato una spiegazione storico-astronomico del fenomeno. Qualcuno ha parlato di una supernova cioè una stella nella quale avviene un’esplosione che resta visibile a lungo, ma è un evento raro e poco visibile a occhio nudo. Altri indicano il passaggio della cometa di Halley, ma il calcolo astronomico dice che questa cometa in quel periodo si manifestò dal 26 agosto dell’anno 12 a.C quindi prima nella nascita di Gesù. Il grande filosofo-astronomo Keplero invece calcolò una congiunzione tra Giove e Saturno che illuminò il cielo notturno nell’anno 747 del calendario romano che corrisponde al 7 a.C. pochi mesi prima dalla probabile data della nascita di Gesù.

Forse Matteo usò questo fenomeno celeste per richiamare due testi della Bibbia: “una stella spunta da Giacobbe e uno scettro spunta da Israele” (Num. 24,17) e il famoso brano del profeta Isaia “il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce, su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is 9,1). Con la nascita di Gesù - dice Matteo - la luce inizia a vincere sul buio, la vita inizia a sconfiggere la morte, il male perde terreno sul bene.

Ma quanti e chi sono questi Magi?

Matteo dice “alcuni”, la tradizione popolare va da un minimo di due ad un massimo di dodici (una carovana?) con preferenza al numero tre per via del numero di doni: “poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono oro, incenso e mirra”. Il termine “Magi” è di origine persiana ed e legato alla dottrina di Zarathustra, poiché così venivano chiamati i suoi discepoli e divulgatori. Nel persiano antico la parola “maja” indica il dono ed in particolare la dottrina di Zarathustra. I “magi” sono coloro che partecipano di questo dono, di questa fede cioè i fedeli. Quindi non sono stregoni o maghi né astrologi, re o sacerdoti, ma rappresentanti di un’antica religione sviluppatasi sette – otto secoli prima di Cristo. Il loro libro sacro si chiama Avesta e tratta dell’eterna lotta tra il bene e il male. La storia del mondo , dice questa religione, si svilupperà in dodici millenni dominati dal bene o dal male, ma al culmine del male il Dio del bene Ahura-Madza manderà un “saushyant” (soccorritore - salvatore) a salvare l’umanità e a far trionfare il bene. Il primo è chiaramente Zarathustra, altri due sono suoi discepoli; il quarto e ultimo salvatore è così descritto dalle profezie: “sarà partorito da una fanciulla senza che alcun uomo le si sia avvicinato; quando giungerà quest’ultimo salvatore avverrà la resurrezione dei morti, il giudizio generale dell’umanità e la restaurazione del regno assoluto di Ahura-Madza (Dio del Bene”.

Gli ebrei conoscevano le dottrine di Zarathustra per la prigionia in Babilonia ed il contatto con Ciro il grande, re dei Persiani. Nel libro di Daniele vengono spesso nominati saggi, astrologi e consiglieri caldei del re cioè i magi.

Cosa ci dice Matteo allora?

Tutto il mondo era in attesa di questa grande luce, non solo il Messia degli ebrei, ma il salvatore del mondo dei pagani. Il bambino della mangiatoia incarna queste attese, ebrei e pagani lo adorano, con lui il regno delle tenebre e del male inizia la sua ultima corsa. Per finire cito un vangelo apocrifo del 400 d.C. “Questi re magi erano tre fratelli, il primo era Melkon (che noi chiamiamo Melchiorre) re dei persiani, il secondo Gaspar (Gaspare) re degli indi, il terzo Balthasar (Baldassarre) re degli arabi” (Vangelo dell’infanzia armeno 11,1).

Dopo aver adorato Gesù e consegnati i doni, i nostri magi, avvertiti in sogno di non tornare da Erode, si allontanano dalla Giudea e di loro non sappiamo più niente, ma la scelta di non vedere Erode, incarnazione del Male, è già una prima vittoria del Bene che inizia ad illuminare, come la stella, le tenebre del mondo.

Buon Natale a tutti!

Enrico de Leon