- di don Gianfranco Sivera -
Si racconta che un giorno un povero mezzadro scozzese, mentre era al lavoro, sentì un grido
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Quasi certamente questo aneddoto, da un po’ di tempo in circolazione, è in realtà una leggenda. Ma la “morale della favola” comunque fa riflettere. Il bene è sempre generativo e diffusivo. Chi fa il bene, non solo compie una buona azione a beneficio di questa o quella situazione di necessità, rispondendo magari ad una vera e propria emergenza, ma ciò che più conta è che lascia un segno nella società civile. Il mondo riscopre così fiducia e speranza nelle persone e nell’intera umanità che, nonostante tante possibili ingiustizie e cattiverie, è ancora capace di volere e fare il bene.
Personalmente ho iniziato l’anno assumendomi questo impegno: non voglio giudicare ogni giorno in base al raccolto che riuscirò ad ottenere, ma dalla quantità e dalla bellezza dei semi che nella giornata riuscirò a seminare. Credo che in ognuno sia presente una grande e irresistibile voglia di bene che ci spinge ad andare oltre noi stessi e ai nostri limiti: è proprio infatti nella capacità di pensare e fare il bene che siamo fatti a immagine di Dio. Gesù nel Vangelo ce lo dice chiaramente: Dio è un Padre buono, incapace di male. Gesù lo dice con i miracoli: guarisce, salva, risuscita. Lo dice con le parabole: Dio è un Padre che accoglie i figli anche quando gli sbattono la porta in faccia. Lo dice con tutta la sua vita “passando e beneficando tutti coloro che sono prigionieri del male” (At 10,34.37) fino alla croce. Sale in croce e continua a dire, tra le derisioni, che il Padre è buono e anche affidabile. E’ stato vero! Il Padre non l’ha abbandonato in una tomba, ma l’ha tirato fuori. E’ risorto! Ogni pagina di Vangelo ripete sempre questo stesso messaggio: semina bene, troverai più vita. Ama, riceverai più amore. Sii giusto, vedrai fiorire un mondo più giusto. Questo è il Vangelo, la bella notizia che ci viene affidata e promessa. Insieme abbiamo bisogno di aiutarci a guardare avanti con fiducia per noi e per le nuove generazioni.
Aiutiamoci a pensare a come possiamo cambiare i nostri rapporti,le nostre comunità, la Chiesa, le città. A piccoli passi magari, ma con grandi prospettive e sospinti da grandi sogni. Un grande protagonista della vita ecclesiale e sociale del secolo scorso Mons. Helder Camara, arcivescovo di Recife e grande amico dell’indimenticabile cardinal Michele Pellegrino, ha scritto: “Sogna senza paura, senza limiti, senza censure e metti i tuoi sogni a servizio della monotonia quotidiana, della stancante routine, dell’eterna fragilità, dell’umana mediocrità” Pensiamo quindi il futuro con fiducia perché il futuro è sempre carico di possibilità, senza limiti, in grande, con alti obiettivi, con ampi orizzonti e valori, senza censure, senza cioè lasciarsi intimorire da tanti, troppi profeti di sventura che tarpano le ali ad ogni slancio di entusiasmo. Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni, cercando di realizzarli giorno dopo giorno. I credenti di oggi hanno soprattutto questo compito: contagiare tutti con la loro speranza e con il coraggio di costruire una nuova civiltà. Ci proviamo insieme?
Don Gian Franco Sivera Parroco Madonna della Fiducia e San Damiano