Sono quattro i diaconi che collaborano nelle parrocchie di Nichelino:
Giorgio Marcolongo, Ezio Campa, Graziano Schicchitano e Sandro Cascio. Quest’ultimo nei mesi scorsi sul giornale l’abbiamo già presentato, in occasione dell’ordinazione diaconale avvenuta lo scorso autunno.
Anche di Giorgio Marcolongo di recente abbiamo parlato sul giornale, seppur in un contesto un po' diverso, e cioè per la sua attività sportiva. Laureato in informatica, 66 anni, 4 figlie e 8 nipoti, dal 1985 fa però il maestro di tennis a tempo pieno con brillanti trascorsi agonistici in gioventù. Dal 1986 vive nel quartiere della parrocchia Madonna della Fiducia ed è anche diacono…. “Ho iniziato il percorso del diaconato su invito del carissimo don Domenico Cavaglià - dice Giorgio - Sono sempre stato supportato da mia moglie che mi è stata vicina e mi ha incoraggiato in tutti questi anni. Mi sento molto coinvolto in questo particolare momento di trasformazione ecclesiale del nostro territorio e spero di poter dare il mio contributo, pur con i miei limiti, sicuro però che il Signore cammina con noi e che ci accompagnerà sempre. Spero di cuore che questo periodo venga affrontato come un’opportunità per stabilire rapporti ancora più forti e proficui tra parrocchie e che si cammini uniti con fiducia”.
La novità di questi mesi infatti è che i quattro diaconi, pur provenendo dalle rispettive comunità, sono ora a servizio di tutte le parrocchie della città. I preti sono pochi e i diaconi hanno già in ruolo attivo in molti momenti della vita delle comunità: amministrano il sacramento del Battesimo, assistono e benedicono matrimoni, presiedono riti funebri e la Liturgia della Parola, quando non c’è il sacerdote a celebrare l’Eucarestia. Il diacono si pone al servizio della comunità di cui fa parte, con un’attenzione particolare ai poveri e alle persone più fragili.
Ezio, Giorgio, Graziano e Sandro arrivano da storie ed esperienze lavorative molto diverse, ma sono accomunati dalla stessa fede in Gesù Cristo e dalla volontà di impegnarsi al servizio della Chiesa e dei fratelli.
Servizio a cura di
Bruno Guglielmino
“Per chi lo faccio”
Mi chiamo Ezio e ho 65 anni. Sono sposato da 42 anni con Maria Grazia e siamo genitori di Ilaria e Lorella. Abitiamo a Nichelino da una trentina d’anni e facciamo parte della comunità parrocchiale di Maria Regina Mundi.
Sono stato ordinato diacono nel 2008 e sono contento di questa grazia che è entrata, prorompente e immeritata, nella mia vita.
La mia è una storia semplice, come tante altre, ma c’è un filo conduttore in questa storia che quindi è speciale... Anch’io posso dire come il salmista: “Benedetto il Signore. Il suo amore per me ha fatto meraviglie”.
Il mio cammino di fede, iniziato in età giovanile, non è più terminato e forse non terminerà mai. Ho conosciuto tante persone buone che con la loro testimonianza mi hanno insegnato poco alla volta lo stile del servizio che il Signore stesso ci ha mostrato: “quello che ho fatto io, fatelo anche voi: lavatevi i piedi a vicenda”. Questo servizio possiamo chiamarlo anche “diaconìa” ed è un dono di Dio, perché solo attraverso l’amore fraterno arriviamo alla comunione con Dio e quindi alla pace interiore, alla nostra perfetta realizzazione come persone.
Il percorso di fede, con il passar del tempo, ha lasciato nella nostra famiglia un segno indelebile che costituisce l’unica vera ricchezza che possediamo. Con questa e per questa stessa fede abbiamo accolto la proposta del diaconato permanente che don Antonio Bortone (allora parroco di Regina Mundi) mi fece una sera di 22 anni fa.
Interpretai quella proposta come un nuovo atto d’amore di Dio nei miei confronti, segno che ancora il Signore non si era stancato di me. Mi rendevo conto che ero e che sono oggetto di un amore che previene sempre. Dio gioca d’anticipo, Lui ci ama per primo!
Penso che la vocazione sia proprio questo: una chiamata, un atto d’amore generoso di Dio, a cui segue una nostra risposta balbettante. E la mia risposta fu affermativa…
A volte nei momenti di riflessione mi chiedo il perché di quanto è successo. Perché proprio io? Perché il ministero ordinato? Non basta essere dei bravi laici?
Di fronte a queste domande viene in soccorso una frase ripresa da Mons. Guido Fiandino in un incontro con i diaconi qualche anno fa: “La domanda che deve porsi il cristiano, il diacono, il sacerdote, il vescovo, non è ‘perché lo faccio’, ma ‘per chi lo faccio’”. Se non lo faccio per la mia affermazione, ma lo faccio per il Signore perché sia riconosciuto, ringraziato, capito, incontrato, allora si costruisce la Chiesa e Lui mi ripagherà con il centuplo e colmerà di pace il mio cuore.
Ezio Campa
Stare accanto alle persone
Mi chiamo Graziano, ho 44 anni e sono sposato da 18 con Elena. Abbiamo tre figlie: Chiara di 16 anni, Arianna di 14 anni e la piccola Bianca di 4 anni che è un po’ la mascotte della comunità della Parrocchia SS. Trinità e San Vincenzo.
Lavoro da 24 anni nel Gruppo Intesa Sanpaolo, dove da sempre seguo lo sviluppo di progetti legati all’innovazione e alla formazione. Dal 2017 lavoro a Milano e Roma e sono responsabile della Digital Transformation delle quattro reti italiane più grandi. Il lavoro è per me motivo di orgoglio e anche di un modo di essere “responsabile”, con un’etica e attenzione diverse verso le persone ed i colleghi.
Vivo a Nichelino da quando avevo due anni e sono cresciuto con una famiglia che da sempre si è impegnata sul territorio trasmettendomi i valori cristiani, il rispetto verso le persone e l’attenzione alle difficoltà degli altri. Sin da giovanissimo mi ha sempre accompagnato questa frase del Vangelo di Matteo: “ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere” e ho sempre sentito il desiderio di poter donare almeno una parte del tanto amore ricevuto.
Per questo motivo con Elena, già da fidanzati, abbiamo svolto diverse attività nel mondo del volontariato. Ma nonostante tutto nel mio cuore ho sempre sentito una strana “inquietudine” di non fare abbastanza, sino a quando don Adolfo Ferrero, la mia guida spirituale, e don Riccardo Robella mi hanno proposto di cominciare il cammino diaconale. Ho così capito che quell’inquietudine era in realtà il desiderio che avevo nel cuore di seguire Gesù e comprendere meglio la mia Fede.
In parrocchia ho ricoperto il ruolo di segretario del Consiglio Pastorale per molti anni e accompagnare don Riccardo nell’organizzazione delle attività. Ho così imparato a conoscere e a voler bene alle tante realtà vive e belle che ci sono.
Negli anni ho capito che uno dei carismi che fanno parte del mio carattere è quello di stare accanto alle persone. Da circa quattro anni sono presidente del Gruppo di Volontariato Vincenziano che ha sede in viale Kennedy. È una realtà che negli anni ha saputo crescere sia in numero di volontari, siamo quasi 50, che in termini di servizi offerti alle tante persone e famiglie in difficoltà del territorio.
In questi anni ho cercato, con tutti i miei limiti, di poter essere tramite dell’Amore di Dio verso tutti ed in particolare verso chi è solo e sofferente. Facendo mie le parole di San Francesco “Signore fa di me uno strumento della tua pace”. Vi chiedo di continuare a sostenermi e a spronarmi come avete fatto finora e di pregare per me affinché possa essere strumento nelle mani di questo Padre che ci anticipa su tutto, anche sul perdono e sull’Amore incondizionato.
Graziano Scicchitano